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5/6/2016 | Marcella Persola
Intesa Sanpaolo (nella foto il ceo Carlo Messina) chiude il primo trimestre del 2016 con un utile netto di 806 milioni contro i 1,064 miliardi dello stesso periodo dell'anno scoro che aveva beneficiato di un andamento particolarmente favorevole dei mercati finanziari; se si escludono i contributi al fondo di risoluzione, con l’intero contributo ordinario stimato per il 2016 spesato nel primo trimestre, l’utile netto è risultato pari a 902 milioni.
Una nota del gruppo evidenza come i risultati di tutte le business unit siano positivi e abbiano contribuito al risultato totale. Nello specifico di 756 milioni di euro da Wealth Management, derivanti per 309 milioni da Private Banking, 117 milioni da Asset Management e 330 milioni da Insurance, di 493 milioni da Banca dei Territori, 520 milioni da Corporate e Investment Banking e 227 milioni da Banche Estere.
Il risultato della gestione operativa è in forte aumento a 2,023 miliardi se si escludono i contributi al fondo di risoluzione. Confermata la solida patrimonializzazione con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 31 marzo 2016 il Common Equity ratio pro-forma a regime è risultato pari al 13,1%, livello top tra le maggiori banche europee, e il Common Equity ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2016 al 12,9%.
In particolare la divisione Asset Management nel primo trimestre 2016 ha registrato: proventi operativi netti per 148 milioni, pari a circa il 4% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo e un risultato netto pari a 90 milioni.
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