BNP Paribas chiude il primo trimestre con profitti in crescita del 22,4% a 1,9 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'utile ante imposte è di 2,7 miliardi (+18,9%). Il margine di intermediazione si attesta a 11,1 miliardi (+3,2%), con un incremento sensibile dei servizi finanziari (+9,5%) e del CIB (+3,5%). Aumentano anche i costi operativi nel primo trimestre a 8,4 miliardi di euro (+2,3%) e includono spese non ricorrenti per la trasformazione delle linee di business e costi di ristrutturazione delle acquisizioni per 206 milioni.

Passando alle linee di business, il segmento assicurazione, wealth & asset management vede salire le masse in gestione del 4,6%  rispetto ala fine del 2018 a 1.075 miliardi di euro (427 miliardi per l'asset management, 377 per il wealth management, 248 miliardi per l'assicurazione e 29 miliardi per il real estate), grazie in particolare "a un effetto di performance molto positivo (+42,5 miliardi di euro) legato al rimbalzo dei mercati finanziari nel trimestre e a una raccolta netta di 3 miliardi di euro" spiega la banca in una nota. Quanto alla controllata italiana BNL, il risultato ante imposte è pari a 30 milioni di euro nei primi tre mesi (51 milioni nel primo trimestre 2018), dopo l'attribuzione di un terzo dei risultati del private banking Italia alla linea di business wealth management (divisione International Financial Services).

Il margine di intermediazione risulta in calo del 5,3% a 675 milioni, il margine di interesse del 3,8% "a causa del persistere di un contesto di tassi bassi e del riposizionamento su una clientela con un miglior profilo di rischio". Le commissioni diminuiscono del 7,4%. Il risultato lordo di gestione è di 205 milioni, in calo dell'11,9% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. I depositi registrano una crescita dello 0,2% rispetto al primo trimestre 2018, con un incremento dei conti correnti. La raccolta indiretta è in aumento del 4,1% rispetto al 31 marzo 2018, con una significativa crescita nell'assicurazione vita (+9,5%) e un calo nei fondi di investimento (-2,9%).