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UBI Banca punta a 830 promotori nel 2022

2/17/2020 | Daniele Riosa

Presentato il nuovo piano industriale dell’istituto di credito. Verranno introdotti nuovi servizi di consulenza “fee only” e “fee on top”


Ubi Banca presenta il piano industriale che caratterizzerà i prossimi tre anni. L’istituto guidato da Victor Massiah prevede di realizzare 665 milioni di euro di utile netto nel 2022 e di mantenere nell'arco del piano industriale un pay-out medio (percentuale di utile destinata a dividendo) del 40%, coerente con il mantenimento di un indice di solidità patrimoniale Cet1 ratio del 12,5% a fine anno. La banca si riserva di poter aumentare il dividendo nel 2022 in caso di Cet1 ratio superiore al 12,5%..

Entrando nello specifico, il piano prevede investimenti per digitalizzare e supportare i Relationship Managers del segmento Premium (ad esempio verrà realizzato un nuovo servizio di Wealth Advisory per i gestori Premium facendo leva sulla consolidata esperienza nel Private Banking); verranno introdotti nuovi servizi di consulenza “fee only” e “fee on top” nel 2020; verrà rafforzata la rete di promotori finanziari di IW Bank attesa crescere a circa 830 promotori nel 2022 da circa 690 promotori nel 2019. Sistemi di advanced analytics e account aggregation saranno utilizzati per sviluppare la quota di portafoglio della clientela.

Per quanto riguarda la clientela corporate, il miglioramento del servizio passerà soprattutto dalla migliore copertura del cliente mediante team di specialisti (potenziamento dell’investment banking nell’ambito dell’unità Corporate & Investment banking – CIB) e dall’offerta di nuovi servizi con apporti commissionali. Inoltre, si legge sempre nel piano industiale da qui al 2022, si punterà sulla trasformazione del business Retail grazie alla forte riduzione del cost-to serve, abilitata dalla digitalizzazione e dall’ulteriore miglioramento del servizio (omnicanalità) accompagnato da un progetto di up/reskilling delle risorse L’evoluzione del modello di servizio al Retail è fortemente incentrata sulla digitalizzazione dei processi commerciali (ad es. instant lending) e non commerciali (ad es. i controlli) quindi della riduzione del “cost to serve”, fornendo al contempo un servizio più agile e accessibile al cliente. Il servizio verrà sviluppato con nuovi “customer journeys” sulla piattaforma omnicanale, già operativa, che permette semplicità di interazione e vicinanza ai clienti grazie all’utilizzo di tutti i canali di comunicazione disponibili.

Il maggiore utilizzo degli advanced analytics consentirà una migliore capacità di comprensione e lettura dei bisogni dei clienti e di targeting commerciale; verrà arricchita l’offerta di prodotti disponibili on-line (tra cui l’attivazione di un canale digitale per CQS e CQP per l’offerta di Prestitalia). E’ prevista l’ulteriore migrazione delle transazioni ai canali digitali (80% nel 2019 a 87% nel 2022). Per quanto riguarda lo Small Business, è previsto tra l’altro un miglioramento della copertura del cliente mediante Relationship Managers disponibili anche in remoto, e lo sviluppo del segmento grazie al rafforzamento del numero di sviluppatori e tramite tecniche di “digital onboarding”.

Il forte utilizzo dell’interazione digitale consentirà di liberare tempo commerciale e risorse all’interno del gruppo, che accederanno in parte a percorsi di re-skilling rivolti anche ai direttori di filiale, per l’adeguamento ad un’operatività omnicanale spinta. Il modello distributivo, basato sull’interazione di componenti fisiche e digitali, porterà alla razionalizzazione della rete distributiva: 175 filiali verranno chiuse in arco piano, le filiali full-cash saranno ridotte del 35% (le filiali cash-less e cash-light verranno a rappresentare il 40% della rete distributiva dall’attuale 18%). A fine piano risulteranno ristrutturate il 40% delle filiali (compreso il rinnovo delle dotazioni tecnologiche) tto di up/reskilling delle risorse.

Victor Massiah, chief executive officer del gruppo, ha dichiarato: “Il piano Industriale 2022 parte da basi solide, costruite con la partecipazione e l’impegno di tutte le Persone di UBI. I risultati del 2019 infatti sono stati decisamente positivi. Le misure prese in corso d’anno hanno consentito il raggiungimento di un ratio di crediti deteriorati lordi del 7,8% (6,9% pro-forma), prossimo ai migliori del sistema. La Banca presenta a fine 2019 una struttura di bilancio equilibrata, forte liquidità, e livelli di capitale in crescita. Il Piano che abbiamo elaborato si basa sulla trasformazione della Banca nell’ottica di un Gruppo che sa cavalcare le nuove tecnologie digitali grazie a una significativa componente di investimenti senza però rinunciare al fattore umano, ma anzi valorizzandolo con un forte impegno nella formazione”.

Massiah annuncia che “miglioreranno, e in alcuni casi verranno trasformati, i modelli di servizio alla clientela in ambiente di omnicanalità, consentendo al cliente un utilizzo totalmente flessibile di tutti i canali fisici e remoti disponibili. Continueremo a mantenere il controllo sui costi, nonostante gli importanti investimenti previsti, a monitorare il rischio, con l’ulteriore riduzione dei crediti deteriorati grazie alla forza della nostra piattaforma interna di recupero, e a rafforzare i controlli. La Banca potrà contare sul mantenimento di indici patrimoniali e strutturali in grado di garantire la consueta solidità ma allo stesso tempo potrà far leva su significativi elementi di flessibilità”.

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