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Primo trimestre in crescita per Intesa Sanpaolo

5/5/2021

L’utile netto nei primi tre mesi dell’anno è stato di oltre 1,5 miliardi, in aumento dei 31,7% rispetto allo stesso periodo del 2020


Il primo trimestre 2021 di Intesa Sanpaolo si chiude con un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro, in aumento del 31,7% rispetto al primo trimestre 2020, e con un risultato corrente lordo in aumento del 22,2% rispetto allo stesso periodo.

 

Come si legge in una nota diffusa dalla banca, l’utile netto dei primi tre mesi dell’anno è stato pari a 1.516 milioni di euro, rispetto a un risultato nel quarto trimestre 2020 negativo per 3.099 milioni, positivo per 393 milioni se si escludono le rettifiche dell’avviamento della Divisione Banca dei Territori e le componenti relative all’acquisizione di UBI Banca (effetti economici dell’allocazione dei costi di acquisizione e oneri di integrazione), e a un utile netto pari a 1.151 milioni nel primo trimestre 2020.

 

Rispetto al primo trimestre 2020, il risultato corrente lordo ha registrato un aumento del 22,2%, le commissioni nette sono in crescita dell’8,9%, mentre i costi operativi sono in diminuzione del 2,6%. Il cost/income si è così attestato al 46,5% nel primo trimestre 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee.

 

Il costo del rischio del primo trimestre 2021 annualizzato è sceso a 35 centesimi di punto, rispetto ai 48 dell’intero anno 2020 escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di COVID-19 (pari a 49 centesimi di punto). In netto miglioramento la qualità del credito, con una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 44 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 32 miliardi dal dicembre 2017 superando con un anno di anticipo, per circa 6 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021. L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2021 è stata pari al 4,4% al lordo delle rettifiche di valore e al 2,3% al netto. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati al lordo delle rettifiche di valore è risultata pari al 3,5%. Il Common Equity ratio è salito al 15,7%, portando la patrimonializzazione di Intesa Sanpaolo, già molto solida, a livelli ancora più elevati.

 

Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 1.175 miliardi di euro, in aumento dell’1,1% rispetto al 31 dicembre 2020 e dell’11,1% rispetto al 31 marzo 2020. In questo ambito, la raccolta diretta bancaria ammonta a 523 miliardi, in flessione dello 0,4% rispetto al 31 dicembre 2020 e in crescita del 5,1% rispetto al 31 marzo 2020. Il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 176 miliardi, in aumento dello 0,4% rispetto al 31 dicembre 2020 e del 10,7% rispetto al 31 marzo 2020. La raccolta indiretta ammonta a 651 miliardi, in aumento del 2,3% rispetto al 31 dicembre 2020 e del 16,3% rispetto al 31 marzo 2020. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 433 miliardi, in crescita del 2% rispetto al 31 dicembre 2020 e del 13% rispetto al primo trimestre 2020; la nuova produzione vita nel primo trimestre 2021 ammonta a 4,2 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 218 miliardi, in aumento del 2,8% rispetto al 31 dicembre 2020 e del 23,5% rispetto al 31 marzo 2020.

 

La Divisione Private Banking nel primo trimestre 2021 ha registrato proventi operativi netti per 526 milioni, pari a circa il 10% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo (9% nel primo trimestre 2020), in aumento del 3,3% rispetto a 509 milioni del quarto trimestre 2020 e del 10% rispetto a 478 milioni del primo trimestre 2020. I costi operativi sono stati pari a 144 milioni, -10,9% rispetto a 162 milioni del quarto trimestre 2020 e +2,1% rispetto a 141 milioni del primo trimestre 2020. Il  risultato della gestione operativa si è attestato così a 382 milioni, +9,9% rispetto a 348 milioni del quarto trimestre 2020 e +13,4% rispetto a 337 milioni del primo trimestre 2020.

 

“Grazie a questi elementi distintivi, la remunerazione dei nostri azionisti resta una priorità” ha dichiarato Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo nel commentare i risultati della Banca. “Nel mese di maggio distribuiremo circa 700 milioni di dividendi in contanti, il quantitativo massimo stabilito dal Supervisore; una volta superate le restrizioni delle BCE intendiamo distribuire in contanti – dalle riserve – la parte restante per raggiungere il payout ratio previsto nel Piano d’Impresa, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di utile netto normalizzato 2020. Confermiamo l’impegno a erogare dividendi per un payout ratio del 70% rispetto all’utile netto 2021 – previsto ben al di sopra di 3,5 miliardi – parzialmente attraverso un interim dividend nel corso di quest’anno, previa autorizzazione della BCE”.

 

“La forza del nostro bilancio ci consente di assicurare un impatto concreto sull’economia e sulla società” ha aggiunto il ceo. “Dal 2014 sono circa 126.000 le imprese italiane che abbiamo sostenuto nel percorso di rientro in bonis (circa 2.900 nel solo primo trimestre dell’anno), le sospensioni su finanziamenti a famiglie e imprese è stata pari a un valore di 101 miliardi, i prestiti erogati con garanzia statale sono stati pari a 28 miliardi, mentre quelli concessi con garanzia SACE sono stati pari a circa 10 miliardi. Proseguiremo negli interventi volti alla riduzione del disagio socioeconomico causato dalla pandemia destinando 150 milioni, ovvero il 50% del nostro Fund for Impact, a nuovi progetti e iniziative”.

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