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Risparmio, l'attacco delle non-banche

10/23/2015 | Edoardo Rulli

La competizione tra banche e non-banche si gioca ormai soprattutto in rete. Con i social network il fenomeno delle non-banche si amplia e si radicalizza. Tra rischi e opportunità.


La competizione tra banche e non-banche si gioca ormai soprattutto in rete. Con i social network il fenomeno delle non-banche si amplia e si radicalizza: queste piattaforme possono intermediare contemporaneamente beni, servizi e il denaro per acquistarli. In più hanno informazioni “privilegiate” e non devono competere con le banche tradizionali per acquisire clienti perché li hanno già, anche se per il momento si chiamano utenti. L’ordinamento europeo è pronto a disciplinare il fenomeno?

 

Con l’internet e, in particolare, con i social network il fenomeno appena descritto si radicalizza e si aprono nuovi spazi. A differenza della televisione, che può sostituirsi al commerciante ma non alla banca, i social network possono sostituirsi a entrambi. Ma c’è di più. Essi hanno accesso a informazioni che consentono di compiere ricerche di mercato e analisi prossime alla perfezione nel definire i gusti e le preferenze dei propri utenti (rectius, clienti). Tutto questo, peraltro, in un contesto in cui soprattutto i più giovani tendono ad affidarsi (e a confidarsi) con il social di riferimento, che è percepito come un sistema cui appoggiarsi (: una piattaforma) e non come una controparte contrattuale, con ogni negativa conseguenza sullo squilibrio del rapporto a vantaggio del social. Siamo in un settore in cui l’asimmetria informativa raggiunge il proprio acme dal momento che nessuno, o quasi nessuno, legge le complicatissime e prolisse condizioni di contratto prima di sottoscrivere un contratto telematico con una piattaforma sociale.

 

Il problema, fino a oggi, è stato esaminato solo con riferimento al diritto alla riservatezza. A questo tema dovrebbe aggiungersi quello della tutela del risparmio.

 

 

Ma quale strada dovrebbe intraprendere l'Unione Europea per regolamentare il sempre più articolato mondo delle "non-banche"? Lo spiega dettagliatamente Edoardo Rulli in un contributo a sua firma pubblicato su fchub.it

 

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