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Oxfam: viviamo il “decennio dei grandi divari”. Non cresce la ricchezza di 5 miliardi di persone

1/15/2024 | Daniele Barzaghi

L’organizzazione contro le disparità economiche ha presentato il rapporto annuale “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi” in occasione del meeting annuale del World Economic Forum che si svolge a Davos dal 15 al 19 gennaio 2024.


“I miliardari globali sono, in termini reali, più ricchi di 3.300 miliardi di dollari rispetto al 2020 e il valore dei loro patrimoni è cresciuto tre volte più velocemente del tasso di inflazione.

 

Dall’inizio della pandemia i cinque uomini più ricchi al mondo hanno più che raddoppiato le proprie fortune, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora, mentre la ricchezza aggregata di quasi 5 miliardi delle persone più povere non ha mostrato barlumi di crescita

.

Ai ritmi attuali, nel giro di un decennio potremmo avere il primo trilionario della storia dell’umanità, ma ci vorranno oltre due secoli (230 anni) per porre fine alla povertà”.

 

Sono questi i dati più emblematici della denuncia del rapporto annuale Oxfam “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi”, pubblicato in occasione del meeting annuale del World Economic Forum che si svolge a Davos dal 15 al 19 gennaio 2024.

 

Il 2023 è destinato, in particolare, ad essere ricordato come l’anno più redditizio di sempre per le grandi corporation” prosegue il rapporto. “Complessivamente, 148 tra le più grandi aziende al mondo hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari tra giugno 2022 e giugno 2023 con un aumento del 52,5% degli utili rispetto alla media del quadriennio 2018-21. Per ogni 100 dollari di profitti generati da 96 tra i maggiori colossi globali, 82 dollari sono fluiti ai ricchi azionisti sotto forma di dividendi o riacquisti delle azioni proprie”.

 

L’analisi di Oxfam sui dati della World Benchmarking Alliance relativi a 1.600 tra le più grandi aziende del mondo rivela come “solo lo 0,4% di esse si sia pubblicamente impegnato a corrispondere ai propri lavoratori un salario dignitoso e a supportarne l’introduzione lungo le proprie catene di valore”. E qui vi è uno degli elementi più significativi della denuncia.

 

Per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi i salari non hanno tenuto il passo dell’inflazione. Il relativo monte salari ha visto un calo in termini reali di 1.500 miliardi di dollari nel biennio 2021-2022, una perdita equivalente a quasi uno stipendio mensile (25 giorni) per ciascun lavoratore”. In quello che l’organizzazione ha efficacemente ribattezzato il “decennio dei grandi divari”.

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