Il passaggio dalla crescita alla stabilizzazione.

E' questa la nuova sfida che attanaglia gli specialisti del private banking in Italia.

Ormai il settore sta mutando in una fase di consolidamento in cui l'obiettivo è la gestione e la valorizzazione delle risorse esistenti più che la ricerca di nuovi afflussi di capitale.

"L'esigenza del cliente, soprattutto nell'attuale contesto di mercato, è prima di tutto la protezione del patrimonio. La definizione del corretto equilibrio tra protezione e rivalutazione nel medio termine, corrisponde al valore aggiunto che può dare una gestione di private banking. In questo senso riteniamo che il servizio di consulenza finanziaria, che coniuga l'attenzione del cliente e la selezione degli investimenti con il rigoroso controllo dei rischi, sia la risposata ideale" afferma Maurizio Zancanaro, a.d. di Banca Aletti a Corriere Economia.

 

Competitività fra istituti
Un'altra tendenza che emerge è la crescita della competizione fra istituti. La ricerca dell'Aipb indica che gli impegni futuri degli operatori sono rivolti principalmente alla difesa della quota di mercato e allo sviluppo di progetti di differenziazione attraverso la gamma offerta. E che le risorse destinate alla conquista di nuove quote di mercato nei confronti dei competitor sono aumentate in due anni dal 26,4% al 33,4% della spesa complessiva.

La piramide della gestione
Secondo uno studio elaborato da Aipb, l'associazione di categoria che raggruppa gli operatori del settore, la fetta più grossa dei clienti ha tra 1 e 5 milioni di euro (40,1%). Seguono i patrimoni in gestione da 0,5 milioni a 1 milioni (18%) e da 5 a 10 milioni (12,5%).

Interessante la percentuale dell'11,1% delle gestioni superiori ai 50 milioni di euro.