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Private banking, un’arma per riconquistare il benessere collettivo

11/25/2020 | Redazione Private

Secondo il terzo rapporto AIPB-CENSIS il settore si trova davanti ad una sfida decisiva: far lievitare i circa 120 miliardi che transitano nell’economia reale ascrivibili alla sua azione


Stretti tra la minaccia alla salute e le conseguenze socioeconomiche e psicologiche delle misure di reazione adottate, ogni ambito delle nostre vite ed ogni individuo, toccati o meno dal virus, sono stati chiamati ad adattarsi agli eventi in corso. Nel terzo rapporto AIPB-CENSIS l’epicentro è l’economia e alcuni dei suoi soggetti, in particolare i detentori di patrimoni non inferiori a 500 mila euro e l’industria dei servizi che si occupa di quei patrimoni.

Il quesito a cui la presente ricerca risponde è: come può il Private Banking nella fase attuale massimizzare il valore sociale della sua azione, vale a dire le positive ricadute socioeconomiche per le comunità tramite l’influenza che esercita sulle decisioni di gestione dei patrimoni dei propri clienti, orientandoli verso soluzioni che contemperano i legittimi benefici privati del cliente e quelli sociali della collettività? Non basta più la generica capacità di creare valore sociale, certificata nei precedenti rapporti Aipb-Censis: occorre che il Private Banking, tramite la propria azione, contribuisca a risolvere le criticità attuali, sia quelle aggravate dalla pandemia in corso sia quelle che saranno d’ostacolo alla ripresa quando il virus sarà stato sconfitto.

Su questo il terzo rapporto Aipb-Censis offre risposte precise, circostanziate per il Private Banking affinché il mondo a cui si rivolge faccia la cosa giusta. La logica del presente lavoro è semplice: dal contesto sono enucleati trend e relative criticità alle quali il Private Banking, ben orientando le scelte dei propri clienti, può contribuire a dare soluzione positiva, con beneficio di clienti e società.

Le sfide e le risposte

Il Private Banking, dall’alto degli 862 miliardi di euro dei portafogli che fanno capo alla sua attività, può contribuire in modo molto concreto nella riconquista del benessere collettivo. In particolare, i trend su cui può intervenire con un ruolo decisivo sono i seguenti: − la propensione al cash cautelativo, uscita amplificata dall’emergenza sanitaria, è la risultante di una precisa scelta soggettiva per l’autotutela che spinge, anche i gruppi benestanti, a tenere soldi fermi per avere qualche sicurezza in più su ambiti di vita in cui più forte è la sensazione di essere vulnerabili, poco coperti.

La liquidità ha funzione di rassicurazione, serve per coprire spese e rischi imprevisti. È una risposta fallace, incompleta, ad un bisogno reale anche dei benestanti di ricostruire sicurezza per se stessi e la famiglia; − per il prossimo futuro è essenziale promuovere le autotutele che mutualizzano i rischi, gli strumenti assicurativi verso i quali, sulla carta, esiste una buona propensione dei benestanti.

Se dallo Stato ci si attende un solido sostegno basic in ambiti vitali, gli italiani e, nello specifico, i benestanti esprimono una potenziale intenzione di orientare quote più alte delle proprie risorse verso forme di autotutela. La sfida sta rendere concreta l’intenzionalità dichiarata innalzando i circa 196 miliardi di euro di assicurativo nei portafogli presidiati dal Private Banking; − e poi c’è l’urgenza della rimessa in moto del risparmio privato verso l’economia reale, a cominciare da quello in grandi quantità dei patrimoni dei benestanti, essenziale per uno sviluppo a beneficio della collettività. Ecco l’altra sfida decisiva: far lievitare i circa 120 miliardi di euro che transitano nell’economia reale ascrivibili all’azione del Private Banking.

Il Private Banking usando il suo ruolo decisivo di interlocutore diretto, fiduciario, riconosciuto dei benestanti può stimolarli a far propria la convinzione che potenziare i flussi verso l’economia reale e le imprese, come pian piano è stato fatto negli ultimi anni, è cosa buona, vantaggiosa e da fare presto e bene, contribuendo a far uscire quante più risorse private possibili dall’inerzia.

Il riequilibrio delle voci dei grandi patrimoni è un passaggio importante per materializzare il contributo del Private Banking al buon futuro italiano oltre Covid-19: ad esempio la liquidità tenuta dai clienti dei Private Banker vale circa l’11% del totale della liquidità nei portafogli delle famiglie e, nel rispetto della funzione che esercita in questa fase, è un obiettivo socialmente rilevante promuovere suoi flussi sia verso l’assicurativo per rispondere al bisogno di tutele sia verso l’economia reale, per intercettare rendimenti originati da una crescita di medio-lungo periodo di imprese ed economia.

In gioco sono risorse ingenti che possono fare la differenza, se si pensa che la sola liquidità nei portafogli dei benestanti del Private Banking ha un valore non distante da quello della regina delle manovre pubbliche effettuata in occasione della prima ondata dell’emergenza attuale. Messe in movimento le risorse dei benestanti sarebbero uno straordinario polmone finanziario, non pubblico, di cui oggi c’è grande bisogno.

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