Consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), inizia la guerra per il contratto unico "europeo"
5/14/2013 | Francesco D'Arco
Il mondo delle reti si prepara ad una nuova rivoluzione: il contratto "europeo" della promozione finanziaria. E a condurre questa rivoluzione sarà l'Anasf.
Il mondo delle reti si prepara ad una nuova rivoluzione: il contratto "europeo" della promozione finanziaria. E a condurre questa rivoluzione sarà l'Anasf.
L'associazione guidata da Maurizio Bufi(nella foto) ha presentato oggi, martedì 14 maggio, alla stampa la proposta di un contratto modello per la categoria. "Negli ultimi due anni abbiamo vinto battaglie importanti" ha affermato Bufi ricordando, tra le altre, la vicenda dell'OAM e la sfida per l'Irap. "Ma ora dobbiamo assolutamente risolvere il problema del ricambio generazionale. Un problema che non può essere negato, che deve essere affrontato a livello di sistema, e che richiede anche un intervento importante dal punto di vista contrattuale".
"Dobbiamo fare crescere la quota di mercato delle reti nel medio termine, consolidando la figura professionale del consulente finanziario (ex-promotore finanziario)" ha ribadito Ferruccio Riva, membro del Comitato Esecutivo Anasf. "Per questo riteniamo sia giunto il momento di proporre un contratto modello. Un nuovo punto di partenza per l'evoluzione e la valorizzazione delle categoria. Un momento epocale che può essere paragonato alla fase di redistribuzione delle commissioni di gestione attraverso il riconoscimento del management fee" ha chiarito Riva ricordando come allora gli intermediari accettarono di riconoscere ai consulenti finanziari (oggi pf) parte dei propri guadagni, prevedendo che ciò avrebbe comportato un rafforzamento delle realtà distributive, favorendo una nuova fase di crescita. "Cosa che è poi accaduta" ha ricordato il membro del Comitato Esecutivo Anasf.
Ma quali sono i dettagli della proposta di contratto dell'Anasf? "È importante definire meglio alcune 'zone grigie' dei contratti vigenti, stabilizzando e qualificando il rapporto tra intermediario e professionista" risponde Riva "per questo è necessario seguire una nuova direzione nel rapporto tra società mandante e pf e arrivare a contratti che siano in grado di specificare meglio l’oggetto dell’incarico, la previdenza del pf e il trattamento di fine rapporto".