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Bufi (Anasf): su Enasarco, il cambio di governance è fondamentale

7/26/2014 | Marcella Persola

A colloquio con Maurizio Bufi, presidente Anasf, che spiega tutte le azioni che metterà in atto per alzare il velo sull’annosa questione Enasarco.


Maurizio Bufi, presidente di Anasf, a colloquio con Advisoronline, racconta in un'intervista speciale, tutte le azioni che l'associazione da lui presieduta metterà in atto per risolvere l'annosa questione Enasarco, che attanaglia la categoria dei PF da lungo tempo.

 

C'è chi sostiene che la richiesta di commissariamento sia eccessiva: mette a rischio la sopravvivenza dell'ente e quindi potrebbe essere dannosa per tutti gli iscritti. Qual è il vostro punto di vista?

 

Non consideriamo la richiesta di commissariamento eccessiva in quanto è una procedura che è stata già sperimentata nel 2006 e che riteniamo sia riproponibile oggi e potrebbe essere accolta dalla politica, non mettendo a rischio la sopravvivenza dell'ente. Quello che richiediamo è equità delle prestazioni, pulizia nei conti ed efficenza della gestione; inoltre, il cambio della classe dirigente che possa garantire una sostenibilità dell'ente visti invece gli atti gravi che sono accaduti. 

 

 

Appena eletto presidente aveva sottolineato che "dal momento che non è possibile portare fuori i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) dalla gestione dell'ente previdenziale è diventato necessario fare entrare l'Anasf a pieno titolo negli organi di rappresentanza di Enasarco". Cosa vi ha spinto ora a chiedere un'azione più aggressiva come quella del commissariamento?

 

La questione Enasarco è un argomento che è sempre stato trattato con grande impegno, rappresenta un nervo scoperto per la categoria, anche perché la condizione dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) è un unicum nel panorama previdenziale, ed è anacronistica rispetto all’evoluzione della professione. Se prima del 1991 per il consulente finanziario (ex-promotore finanziario) il mandato da parte di una società del settore finanziario era subordinato all’iscrizione al ruolo agenti di commercio presso la Camera di Commercio e, di conseguenza, ad Enasarco, con l’articolo 5 della legge 2 gennaio 1991, n. 1, è stato istituito l’Albo unico nazionale dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Per effetto di quella legge, è condizione necessaria e sufficiente per esercitare l’attività che i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) siano esclusivamente iscritti all’Albo pubblico istituito presso apposito organismo.

 

Coerentemente con questo nuovo approccio, la legge 23 dicembre 1996, n. 662, ha definito la nuova disciplina del regime previdenziale di base della categoria. A decorrere dal 1º gennaio 1997, tale legge ha disposto che ai fini della tutela previdenziale i soggetti iscritti all’albo che operano in veste di agenti o di mandatari «sono iscritti all’assicurazione obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti degli esercenti attività commerciali» presso INPS, previa istituzione di apposita evidenza contabile separata. Nonostante questo duplice intervento legislativo, Enasarco ha ritenuto, in via d’interpretazione, che persistesse l’obbligatorietà della contribuzione dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) a suo vantaggio.  Nel 2001, sul tema si espresse anche il Ministero del Lavoro con una nota avente ad oggetto «l’applicabilità del regime previdenziale Enasarco ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)». Tale documento metteva in evidenza una chiara differenziazione della figura dell’agente di commercio rispetto a quella del consulente finanziario (ex-promotore finanziario) con la conseguente mancanza dei presupposti per  l’assoggettamento dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) alla previdenza Enasarco ed invitava l’Enasarco a voler assumere ogni utile iniziativa per conformare la propria azione a tali considerazioni. Negli anni poi il Parlamento ha più volte interpellato il Governo invitandolo a valutare l’opportunità di adottare le necessarie iniziative normative ed interpretative atte a modificare l’attuale assetto contributivo dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).

 

E devo dire che in occasione del congresso di Parma di quattro anni fa che ha portato alla mia elezione alla guida dell'associazione l'intento era quello di cercare un dialogo con le istituzioni e stabilire una forma di partecipazione all'interno della Fondazione. Pensavamo che Anasf potesse entrare nel comitato consultivo e nel consiglio di amministrazione. Ma di fronte all'ostracismo che abbiamo trovato in questi anni e che ha riguardato diverse vicende tra le quali anche l’impossibilità di conoscere il numero dei consulenti (ex-promotori) iscritti ad Enasarco ed il peso della nostra contribuzione, come il numero dei contributori silenti, ebbene, di fronte a questo muro di gomma, al pari di altri soggetti, abbiamo avanzato la richiesta di commissariamento.

 

 

Entrando più nel dettaglio della vostra richiesta e del nuovo accordo con Fiaip e Federagenti: quali sono gli obiettivi della vostra iniziativa? Puntate ancora ad un'uscita totale dei pf o avete in mente anche strade alternative che rendano la presenza dei pf in Enasarco più sensata?

 

L'obiettivo politico e associativo è quello di alzare il velo su Enasarco, è un invito alla presa di responsabilità della politica che non si rende conto (o non vuole) della attuale situazione di Enasarco. L’intento è dimostrare che c'è un problema intorno alla Fondazione e che gli interventi non possono essere più rinviati e rinviabili. Non vogliamo agire allo sfascio, siamo consapevoli che il dopo è tutto da costruire, ma chiediamo alla politica, ed in particolare al Governo, di prendere le distanze dalla vecchia gestione. Richiediamo quindi l'intervento di un commissario, che porti un cambio alla governance della Fondazione e che ci permetta di entrare in Enasarco. Poi si tratterà di valutare l'eventuale confluenza dei contributi in altri ambiti, verso altre forme pensionistiche pubblicistiche e private.

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