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Enasarco non è un bancomat

1/19/2018

Anche per questo "bisogna aver il coraggio di svolgere un’attività «di pulizia» e di riconversione di alcuni investimenti molto problematici e ad alto rischio". Ad affermarlo....


“Non è pensabile che la Fondazione possa essere ritenuta il luogo nel quale cercare soddisfazione per i propri interessi personali (ad esempio di ruolo, finanziari e di rappresentanza meramente corporativa). Enasarco non è un Bancomat per nessuno, non può essere concepita come serbatoio di risorse per gli avventurieri della finanza, deve essere rappresentata da chi ha requisiti, competenze e agisce solo ed esclusivamente per conto dei rappresentanti di commercio, non può essere utilizzata come strumento per conquistare guadagno, più o meno lauto, conseguito con estrema facilità”. Alfonsino Mei, rappresentante Anasf all’interno del CdA di Enasarco non nasconde la sua visione sul futuro della Fondazione che deve cavalcare l’onda del cambiamento, portandosi “da un passato molto torbido e un paese che non c’è più, verso un presente e un futuro che vanno visti con occhi capaci di una visione non influenzata dalla situazione attuale”.

 

E il primo passo per concludere tale cambiamento riguarda la gestione del patrimonio della Fondazione che, secondo il manager dovrà innanzitutto “puntare a incrementare il rendimento. Bisogna aver il coraggio – necessario – di svolgere un’attività «di pulizia» e di riconversione di alcuni investimenti molto problematici e ad alto rischio, o che garantiscono scarsa redditività, anche se non tutto quello che abbiamo ereditato dal passato va cambiato, possiamo infatti vantare di avere in portafoglio immobili prestigiosi che ancora oggi contribuiscono a generare valore nei nostri asset” chiarisce Mei che ritiene necessario che gli investimenti debbano rappresentare l’andamento della economia del Paese, “dobbiamo selezionare e valutare le capacità reali degli investimenti sul sistema imprenditoriale. I contributi versati dai nostri iscritti devono aiutare l’Azienda Italia a ripartire e bisogna fare in modo che le Casse e Fondi investano nell’economia reale del Paese, intendendo l’economia vera, che va dalla produzione di alta qualità, al commercio, dall’evoluzione tecnologica, al turismo, dall’agricoltura, al sistema infrastrutturale del paese” chiosa il membro di Anasf. “Sostenere l’economia reale è di fondamentale importanza e visione strategica, siamo un Paese dove il private equity è poco sviluppato, non vi è management adeguato per gestire fondi e asset in maniera attiva e competitiva”. 

 

In conclusione, secondo Mei, per avere una Fondazione snella bisogna, come cantiere, “modificare (spero che non venga stravolto) il regolamento per l’impiego e la gestione delle risorse finanziarie. Ma la cosa più importante e democratica è la revisione dello Statuto, per dare la Rappresentanza a quelle Associazioni che hanno i loro eletti in Consiglio di Amministrazione e non sono tra quelle maggiormente riconosciute per Enasarco” conclude Alfonsino Mei.

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