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MiFID II, a rischio 150 milioni di ricavi nel 2018

10/10/2018

È questo uno dei timori dei consulenti finanziari secondo la ricerca McKinsey presentata a Napoli in occasione di Consulentia 2018. E cresce anche la paura di un abbandono della professione da parte di...


A 10 mesi dall’entrata in vigore della MiFID II i timori dei consulenti finanziari non si sono ridotti. Anzi. Il 40% dei professionisti ha già registrato un impatto sul pricing medio del portafoglio dei clienti, che equivale ad una potenziale riduzione dei ricavi dell’industria di circa 150 milioni di euro. È questo uno dei principali dati emersi dall’aggiornamento della ricerca svolta da McKinsey per Anasf sul reale impatto della MiFID II, e presentata in occasione del convegno inaugurale dell’edizione di Napoli di Consulentia 2018. Non solo.

 

Dati alla mano è forte il timore che, come avvenuto in UK con l’avvento della RDR, anche in Italia, a causa della direttiva europea, si registrerà un aumento dal tasso di abbandono della professione: in termini percentuali i consulenti finanziari si aspettano “l’addio alle armi” di circa il 10% dei colleghi, contro una media storica che non si avvicina al 6%.

 

“L’aggiornamento della ricerca presentata a Roma a febbraio di quest’anno presenta ancora luci e ombre sull’industria” ha commentato il presidente di Anasf Maurizio Bufi. E sono soprattutto le ombre a preoccupare l’associazione che ha rinnovato l’appello fatto più volte in questi anni di trovare una maggiore “coerenza nelle relazioni tra le parti della catena del valore di un’industria che vede ancora il consulente finanziario come figura centrale del settore” ha spiegato Bufi che ha anche ricordato i tre ambiti sui quali è importante lavorare per frenare gli impatti negativi della direttiva europea: la remunerazione, e con essa la trasparenza; la formazione, che riguarda anche il delicato e importante aspetto dell’aggiornamento professionale; le nuove leve, fondamentali anche per gestire al meglio il problema del passaggio generazionale.

 

Tre questioni che non possono più essere trascurate e che, secondo il presidente Bufi, devono essere affrontate senza mettere in discussione l’attuale modello, ma senza neanche trascurare possibili evoluzioni dell’industria verso nuovi modelli. Un invito che, in parte, è arrivato anche dalla stessa ricerca McKinsey che ha suggerito alle reti di: valutare modelli di pricing alternativi per far fronte alla crescente pressione sui ricavi; continuare a lavorare sulla qualità dell’offerta prodotti e sui servizi di consulenza; puntare sulla digitalizzazione dei processi per preservare il tempo commerciale del consulente; incrementare il supporto e l’indirizzo centrale all’azione commerciale; rafforzare talent e performance management per far crescere i consulenti finanziari e supportarli nei momenti critici.

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