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Enasarco: due senatori chiedono il commissariamento

7/11/2019

Il 9 luglio Nannicini e Alfieri (Pd) hanno presentato al Senato un'interrogazione in merito alla gestione immobiliare da parte di Sorgente SGR


La gestione passata del patrimonio immobiliare di Enasarco torna sotto i riflettori della politica. Martedì 9 luglio è stata la volta dei senatori Nannicini e Alfieri (entrambi del Pd), che hanno presentato un’interrogazione ai ministri del lavoro e delle poliche sociali e dell'economia e delle finanze chiedendo, tra le altre azioni, "se non vi siano gli estremi per l'azione di commissariamento, a tutela del patrimonio della fondazione e degli interessi degli iscritti". Nell'interrogazione i due senatori ricordano che dai bilanci della cassa risulta che la fondazione ha investito, a partire dall'anno 2001, circa 500 milioni di euro nei fondi immobiliari gestiti da Sorgente SGR, oggi commissariata da Banca d'Italia a seguito di gravi irregolarità nella gestione.

Già a partire dal 2013 erano state rilevate criticità nella gestione dei fondi, per superare le quali Sorgente SGR aveva proposto la sottoscrizione di un primo accordo quadro nel 2014 e poi nel 2016 e "da quanto appreso - scrivono i due senatori nell'interrogazione - i suddetti accordi sarebbero stati del tutto disattesi dal gestore, sulla base di una presunta lesione dell'autonomia di gestione spettante alla SGR". I due interroganti hanno sottolineato che il duro contenzioso in atto tra la fondazione e Sorgente SGR sta creando una situazione che "si traduce in un danno nei confronti dei lavoratori iscritti alla fondazione Enasarco, il cui patrimonio dovrebbe essere valorizzato attraverso investimenti che siano in grado di offrire rendimenti idonei a garantire l'equilibrio previdenziale della cassa".

"Dai bilanci dei fondi - si legge sempre nell'interrogazione - risulterebbe invece che, sebbene nel corso degli anni i fondi gestiti da Sorgente abbiano incassato oltre 180 milioni di euro di canoni in affitto, questi ultimi non siano stati distribuiti e la situazione patrimoniale dei fondi sarebbe gravata da numerosi debiti e costi di gestione: in particolare il fondo Michelangelo risulterebbe avere in cassa solo 1.400 [...] e debiti per oltre 20 milioni di euro", mentre il fondo Megas "avrebbe registrato minusvalenze sugli immobili pari a circa 6 milioni di euro".

"Risulterebbe altresì - prosegue il testo dell'interrogazione - che Sorgente SGR abbia posto in essere una complessa operazione di interposizione di società finalizzata a svuotare i poteri di governance dei fondi partecipati da Enasarco rispetto agli investimenti immobiliari effettuati per loro conto e interesse da Sorgente SGR negli USA e in Svizzera", mentre un immobile a Roma (in via del Tritone), di proprietà del fondo Megas, "sarebbe stato affittatto a una società del gruppo Sorgente, Tiberia Srl, con uno sconto del canone di quasi il 40 per cento: operazione non solo in palese conflitto di interessi, ma posta in essere successivamente all'avvio del processo di sostituzione di Sorgente come gestore del fondo Megas".

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