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Conti Nibali, "troppi conflitti intorno a OCF"

9/19/2019

L'ex vicepresidente dell'Organismo non nasconde il rammarico per la scelta di sostituirlo. E guardando al futuro non nasconde i suoi timori. Ma quando parla delle sue prossime sfide...


Presidente Anasf dal 2002 al 2011 e Vice presidente di APF (l’attuale OCF) dal 2011 al 2013. Sono queste alcune delle cariche più importanti ricoperte da Elio Conti Nibali, consulente finanziario dal 1982 e iscritto ad Anasf dal 1983 che da ieri, 17 settembre 2019, lascia il suo incarico di vice presidente dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari, assunto nel 2016, per dare spazio a Maurizio Donato. Una decisione che Conti Nibali non commenta apertamente, anche se non nasconde il rammarico per la decisione presa e ammette di essere preoccupato per il futuro di OCF: "Non è un luogo dove si fa politica o si scaricano tensioni da altri tavoli. Così lo abbiamo fatto crescere in questi anni, così bisogna preservarlo”. E sul futuro di Elio Conti Nibali? L’ex vice presidente di OCF ammette di essere pronto a impegnarsi “per questa bellissima professione”.

 

Fin dal 2011 ha avuto l’occasione di partecipare attivamente alla nascita dell’attuale OCF. Rispetto a otto anni fa quanto è cambiato l’Organismo?
La struttura ha fatto un lavoro enorme, ha garantito continuità in un momento di forte cambiamento. Abbiamo modificato anche l’organizzazione interna, con decisioni delicate e che certamente hanno modificato talune certezze, ma i fatti ci hanno dato ampiamente ragione. Abbiamo gestito e assorbito un difficile processo di cambiamento dell’albo e l’attribuzione della vigilanza in pochissimo tempo, con risultati già apprezzabilissimi. I numeri e le statistiche parlano da soli.

 

Una struttura che unisce al suo interno due anime dell’industria, i consulenti e gli intermediari. Quanto è stato complicato gestire il dialogo con i rappresentati delle società mandanti?
Personalmente ho avuto sempre un franco dialogo con i rappresentanti degli intermediari, ma sempre facendo sintesi delle specifiche posizioni e smussando tante posizioni iniziali per condividere l’obiettivo comune della migliore efficienza. 

 

Pensando a questi tre anni di vicepresidenza - e non solo - c’è un risultato che la rende particolarmente orgoglioso e un motivo di rammarico?
Un particolare successo che sottolineo con un certo orgoglio sono le campagne di comunicazione, anche perché inizialmente non tutti le ritenevano opportune. Ricordo che gli unici del settore che hanno fatto comunicazione istituzionale a vantaggio della consulenza siamo stati noi di OCF. Ho apprezzato sempre la collaborazione tra tutte le componenti e sono rimasto piacevolmente impressionato dai primi approcci con i nuovi soci. Se debbo rappresentare un mio rammarico, sarei ipocrita a non manifestarlo, è quello di non potere adesso ulteriormente approfondire con loro alcuni temi che ci sono sul tavolo.

 

Insomma, non ha gradito la scelta di Anasf di non indicarla come vicepresidente di OCF per i prossimi tre anni?
Personalmente preferisco guardare al futuro di OCF. Per questo ricordo a tutti che OCF è un organismo che tiene un albo e vigila sugli iscritti. Non è un luogo dove si fa politica o si scaricano tensioni da altri tavoli. Così lo abbiamo fatto crescere i questi anni, così bisogna preservarlo. Nell’ultimo periodo ho avvertito dall’esterno troppa conflittualità, sono state date priorità ai temi divisivi invece che a quelli che utilmente possono dare risposte ai veri problemi del nostro settore. Che sono la diffusione concreta nel grande pubblico, la valorizzazione cioè della consulenza; insieme a quello dell’invecchiamento della categoria e del ricambio generazionale. Un grande equivoco è stato, e continua ad essere, la battaglia sulla persona giuridica. Io insisto invece che bisogna dare maggiore enfasi nel “racconto” al modello italiano, modello unico e vincente.

 

Chiusa l’esperienza da Vicepresidente di OCF, quale sarà la nuova sfida di Conti Nibali?
Vuole sapere cosa voglio fare da grande? Quello che faccio da 37 anni, impegnarmi per questa bellissima professione che però ha bisogno, oggi più che mai, di nuova linfa, nuove idee e tanto entusiasmo ancora. Detto questo, lei sa che vivo a Messina, tutte le mattine “respiro” lo Stretto, uno dei luoghi più belli del mondo. La mia Città però ha molti problemi, troppi ragazzi vanno via con biglietto di sola andata. Il mio impegno prioritario è qui.

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