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“La gestione Enasarco? È fallimentare”. Parola di Mei (Anasf)

7/3/2020

“Il rappresentante Anasf non può girare la testa altrove e far finta di non vedere come viene gestito il patrimonio della Fondazione"


“Il rappresentante Anasf non può girare la testa altrove e far finta di non vedere come viene gestito il patrimonio della Fondazione”. Alfonsino Mei, consigliere del CdA Enasarco e neo-eletto membro del Consiglio Nazionale Anasf, non nasconde le sue preoccupazioni per il futuro della Fondazione e lancia un “j’accuse” importante verso l’attuale guida di Enasarco. “Il mantenimento dello status quo è la volontà di pochi che hanno rinviato le elezioni ‘a data da destinarsi’ confidando maliziosamente in una seconda sciagurata ondata pandemica, per rimanere in carica anche nel 2021. Io non voglio credere a queste dicerie, però credo all’evidenza dei fatti”, afferma Mei che esprime apertamente tutto il suo disappunto.

 

Come giudica il Bilancio Enasarco recentemente approvato?

Il rappresentante Anasf non può girare la testa altrove e far finta di non vedere come viene gestito il patrimonio della Fondazione. Le mie competenze e le competenze di coloro che rappresentiamo ci impongono di vigilare al meglio sulla gestione dei nostri risparmi previdenziali. Ciò premesso, nulla è stato fatto sui temi a noi cari, e mi riferisco: alla riduzione delle ingenti spese per i legali che assistono la Fondazione; al miglioramento dei rendimenti dei fondi immobiliari che gestiscono l’invenduto del progetto Mercurio; alla rinegoziazione delle condizioni con alcune SGR che gestiscono investimenti che si sono rivelati problematici; alla riduzione del consistente impegno nel settore immobiliare che porta con sé risultati a dir poco deludenti; all’internalizzazione di alcuni servizi (ad esempio formazione e assistenza sanitaria a favore degli iscritti) che potrebbe comportare notevoli risparmi in luogo dell’attuale esternalizzazione.
Per quanto mi riguarda non c’è stato, nonostante diverse sollecitazioni fatte, quel “cambio di passo” da me auspicato e che, a mio parere, gli iscritti si attendevano. Come i Ministeri Vigilanti hanno fatto sapere a Fondazione Enasarco, questa Governance opera in regime di prorogatio e quindi i suoi atti straordinari sono nulli, illegittimi. Peraltro, in linea con il voto dei nostri 16 Delegati Anasf, Federagenti e Fiarc, anche i rappresentanti della CGIL hanno votato contro; suppongo dopo aver fatto le nostre stesse valutazioni.

 

La stessa Corte Conti ha messo in discussione le ultime decisioni, a questo punto cosa auspicate?

Avere addosso gli occhi della Corte dei Conti e dei Vigilanti Ministeri di Economia e Lavoro rivela il termometro di una situazione che non fa onore alla Fondazione e al diritto di svolgere libere elezioni, faticosamente ottenuto dai nostri iscritti appena quattro anni fa. Oggi questa conquista pare messa in discussione; e se nemmeno bastassero i rilievi dei Ministeri e della Corte dei Conti, significa che siamo di fronte a una situazione che, nella migliore delle ipotesi, rischia di far perdere la nostra credibilità al cospetto delle Istituzioni; per questo l’unica cosa auspicabile è che venga, rispristinata quella legittimità che ora, come di tutta evidenza, è venuta a mancare.

 

Quanto questa crisi può favorire un mantenimento dello status quo all'interno di Enasarco?

Il balletto danzato sulle interminabili note del “rinviamo le elezioni” nasconde, peraltro malamente, il tentativo di arroccarsi su delle posizioni di privilegio acquisite senza confrontarsi con gli iscritti nella consapevolezza di avere fatto poco o nulla in favore degli agenti e consulenti finanziari in questi anni. Il mantenimento dello status quo è la volontà di pochi che hanno rinviato le elezioni “a data da destinarsi” confidando maliziosamente in una seconda sciagurata ondata pandemica, per rimanere in carica anche nel 2021. Io non voglio credere a queste dicerie, però credo all’evidenza dei fatti: questa gestione fallimentare ha dato poco più di un’elemosina ai nostri iscritti falcidiati dal Coronavirus così come in questi anni si è contraddistinta soprattutto per immobilismo. Senza affrontare le grandi problematiche della Fondazione come l’emorragia di iscritti - che sotto questa gestione è stata di oltre 5mila agenti l’anno - la mancanza di visione strategica, la scarsa attrattiva verso i giovani. Così come lo scottante tema dei nostri colleghi silenti, da affrontare con urgenza e in piena legittimità, piuttosto che operare la dismissione dissennata di alcuni immobili di pregio che oggi rappresentano apparentemente una boccata di ossigeno finanziaria, ma che domani peseranno sulla solidità dell’Ente e sulle pensioni future degli iscritti. 

 

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