Correva l’anno 1991 quando l’Italia approvò la legge sulle SIM che diede una svolta definitiva al mercato della consulenza finanziaria. Una norma che celebra oggi i suoi 30 anni e che diventa, per Anasf, un’occasione unica per celebrare i successi raggiunti dal mondo dei promotori finanziari, così venivano chiamati allora gli attuali professionisti della consulenza finanziaria. Ma anche l’occasione per guardare al futuro, come ha affermato lo stesso presidente di Anasf Luigi Conte, che ricordando quegli anni, sottolinea: “già allora si parlava dei promotori finanziari come di anelli di congiunzione tra le famiglie e il risparmio/la finanza. Questo è il ruolo che i consulenti finanziari continuano a ricoprire, con la consapevolezza che lo scenario è cambiato notevolmente”.

Non tanto e non solo perché rispetto a 30 anni fa il popolo dei risparmiatori italiani è orfano dei BOT scudo per ogni forma di investimento, ma anche perché è decisamente cambiato, in positivo, “L’approccio culturale delle famiglie, il livello di competenza e conoscenza del consulente finanziario” spiega Conte. Un cambio che ha avuto origine proprio in quel 1991 con una legge che l’evento organizzato da Anasf ha definito come una rivoluzione. Una rivoluzione che in realtà, come hanno ricordato i precedenti presidenti di Anasf intervenuti con un contributo video (Francesco Priore, Carlo Bagnasco, Elio Conti Nibali e Maurizio Bufi) era partita negli anni settanta,  quelli che videro la nascita dell’Associazione e che nasceva dalla convinzione che non solo era importante riconoscere il ruolo di un professionista come i consulenti finanziari, ma anche definire con cura un perimetro di azione che avrebbe garantito la tutela delle famiglie italiane.

Una tutela che è finita sui tavoli dell’Europa con la Mifid nel 2007 che, come hanno ricordato gli interventi all’evento di Anasf riconosce il ruolo e il valore dei consulenti finanziari.

 

Con questo spirito rivoluzionario è importante guardare al futuro. Per questo secondo Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, è importante evolvere non pensando al digitale come una alternativa ma trasformando quanto accaduto in questi anni di pandemia come un’occasione per realizzare con ancora maggiore dettaglio la pianificazione finanziaria delle famiglie, facendo leva sulla grande forza dei consulenti: la relazione con i clienti.

 

In tutto questo scenario diventa centrale la formazione, come ha ricordato Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di J.P. Morgan AM e vice presidente Assogestioni. Gli ha fatto eco il presidente Conte che ha definito la professione come una sfida stimolante per i giovani che dovranno “portare le famiglie a ragionare finalmente per cicli di vita, portando quindi il risparmio anche verso l’economia reale”. Da qui l’appello a normare ulteriormente gli aspetti che vedono veicolare il risparmio all’economia reale, tutelare i giovani che non devono abbandonare il nostro paese, e tutelare le famiglie dai rischi che oggi possono accompagnare la finanza digitale.

 

Non è mancato, infine, grazie alla professoressa Carla Rabitti Bedogni, presidentessa dell'Organismo di Vigilanza e tenuta dell'Albo Unico dei Consulenti Finanziari (OCF), il ricordo di Ennio Doris, scomparso recentemente, “un uomo che ha sempre creduto nel valore e nell’importanza della consulenza finanziaria per il Paese e soprattutto per le famiglie italiane".