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ConsulenTia, nuovi "patti" per vincere le "urgenze"

3/18/2023 | Francesco D'Arco

Dalle sale dell'Auditorium Parco della Musica di Roma sono emersi diversi messaggi tutti accomunati da un forte senso di urgenza in diversi ambiti.


Si è chiusa la tre giorni di ConsulenTia, l’evento organizzato da Anasf che da dieci anni riunisce a Roma, presso l’Auditorium, i consulenti finanziari. Come sempre i messaggi trasmessi sono tantissimi e diversi erano anche i claim che hanno accompagnato l’appuntamento. Ma alla fine le parole chiave che, a mio avviso, sono emerse con più forza dalla tre giorni e dagli incontri istituzionali sono due: urgenza e patto.

 

Sono questi due termini che hanno, in qualche modo, caratterizzato numerosi degli interventi ascoltati nel corso delle diverse plenarie organizzate da Anasf. Termini affiancati a diverse sfide dell’industria che risultano sempre più “urgenti” e che possono essere risolte solo se si siglano “patti” di collaborazione forti con i diversi attori coinvolti. Ma andiamo con ordine.

 

L’urgenza del momento attuale è emersa fin da subito con le parole di Paolo Magri, vicepresidente esecutivo ISPI che nel suo intervento dedicato a descrivere lo scenario geopolitico ed economico internazionale ha affermato: “Siamo in un mondo nuovo in cui sono crollati tabù e illusioni”. Una frase che oggi può essere applicata a tantissimi ambiti della nostra vita. Anche se Magri si riferiva principalmente alle macro-questioni che influenzano il mondo (e di conseguenza gli investimenti), quella stessa affermazione vale per le diverse sfide del mondo della consulenza finanziaria: le normative che regolano l’industria (l’Europa con il “ban” agli incentivi è pronta a fra crollare l’ultimo tabù - o illusione, scegliete voi il termine che preferite, ndr); l’ingresso dei giovani (e delle donne) nel mondo della consulenza finanziaria; la diffusione dell’educazione finanziaria e il conseguente aumento di famiglie servite.

 

Su tutti questi aspetti non sono mancate parole capaci di evidenziare l’urgenza di un cambio di passo da parte dell’industria. Tra i vari interventi mi limito a citare il professor Francesco Di Ciommo, prorettore università LuissGuido Carli”, che ha presentato il cambio radicale di prospettiva e di paradigma antropologico in atto, sottolineando l’urgenza con cui la categoria deve attuare anch’essa un nuovo approccio per rimanere al passo, al fianco dei giovani (e delle donne). Ma anche al fianco dei clienti meno giovani già acquisiti e da acquisire, aggiungo io. Di Ciommo ha evidenziato con decisione la necessità di utilizzare la consapevolezza acquisita in questi decenni e le competenze già assodate per abbattere i tabù e le illusioni che ancora frenano lo sviluppo del settore.

 

Come si può superare questa urgenza e come si possono vincere le varie sfide emerse nel corso della tre giorni? La risposta è nella seconda parola chiave di ConsulenTia 2023: “patto”. Più volte i relatori che si sono alternati nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica di Roma hanno utilizzato questo termine per parlare di futuro. C’è chi, come il presidente Anasf Luigi Conte, ha parlato di patto tra i protagonisti dello scenario socio-economico (famiglie, organizzazioni, istituzioni e imprese). C’è chi ha parlato di patto intergenerazionale, come ad esempio Mario Ruta (Allianz Bank FA), Moris Franzoni (Credem), Mauro Albanese (FinecoBank) e Nicola Viscanti (Widiba). C’è chi ha parlato di patti tra industria e istituzioni per raggiungere un numero sempre maggiore di cittadini in termini di educazione finanziaria: è il caso di Annamaria Lusardi, direttrice Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, che ha sottolineato che “ci vuole tutto un Paese per educare all’educazione finanziaria”.

 

Adesso arriva la parte più complicata. Individuate le urgenze, indicate le possibili soluzioni, ora serve un’azione concreta per siglare al meglio questi “patti” utili per una nuova crescita dell’industria. Mi permetto di chiudere con una provocazione: se ci deve essere un patto per cambiare le cose allora apriamo le porte degli eventi dell’industria, oltre che al mondo politico e alle imprese, anche a famiglie, giovani, donne e a qualche voce “contrarian”. E, perché no, i prossimi messaggi “disruptive” mi auguro di vederli in platea (con più giovani, più donne e più risparmiatori) e non solo sul palco. 

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