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Empowerment femminile, serve una strategia di attacco

3/20/2024 | Francesco D'Arco

La Commissione di OCF ed Enasarco unite per promuovere l'ascesa delle donne. Una ricerca svela la via da seguire. E Mei scommette su una donna ai vertici di Anasf.


“La conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale”. È questa una delle prime definizioni che si trovano sul web quando si cerca la parola “empowerment”. Ma se si va più a fondo e si cerca la definizione del termine nell’ambito dell’economia e della finanza, la Treccani parla di “Insieme di azioni e interventi mirati a rafforzare il potere di scelta degli individui e ad aumentarne poteri e responsabilità, migliorandone le competenze e le conoscenze”. 

Ma quali devono essere queste azioni e questi interventi mirati se accompagniamo il termine empowerment con l’aggettivo “femminile”? Una risposta è arrivata dall’evento “Indipendenza Economica ed Empowerment Femminile”, svoltosi nella giornata di martedì 19 marzo a Roma su iniziativa della Commissione Ricambio Generazionale e Gender Gap OCF presieduta da Teresa Calabrese.
L’evento ha permesso di presentare una ricerca sul tema, fortemente voluta dalla presidente Calabrese, realizzata da Research Dogma e descritta dal partner della società Fabrizio Fornezza. Obiettivo della ricerca, e dello stesso appuntamento, è quello di “rimuovere le barriere” che ancora frenano l’empowerment femminile. A evidenziarlo ci ha pensato subito la stessa Presidente Commissione Ricambio Generazionale e Gender Gap OCF, che nel suo intervento introduttivo ha ricordato che è “necessario rimuovere le barriere. Per questo dobbiamo aiutare le donne a non lasciare che nel mondo della società e del lavoro vengano costruite barriere economiche o comportamentali che le impediscano di seguire la propria strada. Sono convinta che se lavoriamo sulla cultura finanziaria e sul concetto di libertà economica otterremo un passo fondamentale per raggiungere questo traguardo”.

Un risultato che trova sostegno “nell’importante novità inserita nel Ddl Capitali” ha sottolineato il Senatore Dario Damiani della 5° Commissione permanente Bilancio del Senato della Repubblica riferendosi “all’inserimento dell’educazione finanziaria nelle scuole, attraverso l’educazione civica. Un primo passo importante che è stato inseguito per anni e che permetterà di ricevere fin da bambini nozioni che porteranno ad un accrescimento della cultura finanziaria”. O, per usare le parole del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, permetteranno di “orientare” gli individui, ma soprattutto le donne. “Per troppo tempo si è pensato che il termine orientamento fosse solo un concetto astratto e non un percorso da definire con precisione. Questo approccio deve cambiare. E anzi credo sia cambiato negli ultimi anni. Fino a qualche tempo fa dietro all’orientamento si nascondeva solo una rappresentazione oggettiva della qualità dell’offerta formativa delle varie facoltà. Ora le università stanno investendo notevolmente sull'orientamento e lo fanno senza distinzione di genere. E i numeri lo dimostrano soprattutto se guardiamo le iscrizioni a facoltà di materie che fino a qualche anno fa erano considerate fuori dalla portata delle donne”. 

Insomma vietato affermare che c’è qualcosa che le donne non possono fare perché donne. Un messaggio, quest’ultimo, che come ha sottolineato Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca per le politiche dell’innovazione e della sostenibilità, deve essere trasmesso fin da subito alle donne. Devono essere abbattute quelle differenze inesistenti che la cultura ha creato nel corso degli anni. Purtroppo una cultura che agisce anche nell’inconscio della società, come ha ricordato Alessandra Staderini, Vice Capo Servizio Educazione Finanziaria Banca d’Italia, citando una recente ricerca dell’Ufficio Studi della Banca d’Italia che ha evidenziato come vi sia una netta differenza, a parità di competenze, nella stesura delle lettere di referenze scritte per un valido allievo uomo rispetto a quelle scritte per una valida allieva.

Eppure queste barriere devono essere superate con forza perché “gli investitori apprezzano aziende che rispettano il Goal 5 dell’Agenda2030 che indica la via per la parità di genere” ha affermato Claudia Cattani Presidente BNL BNP Paribas”. Superare il Gender Pay Gap é un percorso che anche grandi banche come BNL BNP Paribas hanno iniziato da tempo. Ma per azzerarlo bisogna lavorare su cultura aziendale e formazione, solo così si potrà arrivare ad un processo di scouting di talenti femminili non spinto da logica regolamentari ma volte a creare nuove opportunità e a valorizzare i talenti in quanto tali. E così si potranno abbattere tutti i bias negativi che ancora esistono”.

Gli ha fatto eco il Presidente della Fondazione Enasarco Alfonsino Mei: “Le donne giocano un ruolo fondamentale nel lavoro e nelle professioni ad alto valore aggiunto. La diversità di prospettive e competenze che portano contribuisce all'innovazione e alla creatività nei settori più avanzati dell'economia. Inoltre, l'inclusione delle donne in posizioni di leadership favorisce la sostenibilità e la resilienza delle organizzazioni. Promuovere pari opportunità e rimuovere barriere di genere è cruciale per il progresso sociale ed economico”. Ma la strada è ancora lunga, come affermano le stesse donne che, coinvolte nella ricerca realizzata da Research Dogma ritengono che il Goal 5 si raggiungerà non prima dei prossimi 15/20 anni (la pensa così il 58% delle intervistate).

La ricerca però ha avuto il pregio di cercare una prospettiva positiva. “L’empowerment della donna viene principalmente legato a tematiche di difesa e di protezione e meno spesso alle tematiche di sviluppo positivo e di autoaffermazione” ha affermato Fornezza. !Ma quando le donne ragionano sull’importanza delle azioni e sulle loro aspettative, le aspettative si rivolgono
soprattutto alle tematiche positive orientate non solo alla difesa ma anche alla realizzazione delle potenzialità”.

Un cambio di approccio che deve riguardare tutti, comprese le istituzioni e il mondo della consulenza finanziaria che, come sottolineato da Mauro Maria Marino, Presidente OCF, e Marco Tofanelli, Segretario Generale Assoreti e Vice Presidente OCF, può vantare, rispetto ad altre categorie professionali, un andamento in controtendenza che vede un aumento, seppur lieve, negli anni della percentuale di donne iscritti all’OCF.

Dal dibattito emerge chiaramente che la strada per abbattere le barriere non è la difesa, ma l’attacco. L’empowerment si raggiunge perseguendo quella strategia che, come ha pero ricordato Mirella Pellegrini, Professore ordinario Università Luiss Guido Carli di Roma, ricordando gli effetti positivi della famosa Legge Golfo-Mosca sull’equilibrio di genere nelle società a partecipazione pubblica, “a volte serve una forzatura per smuovere le coscienze e creare consapevolezza. La legge ha avuto un successo incredibile e ha aperto la strada ad una rivoluzione culturale anche se limitata ai board”.

E chissà se non è guidato da questo spirito anche il presidente di Enasarco Mei che a chiusura dell’evento ha ribadito che non esclude ”una presidenza al femminile per Anasf. Sono convinto che questa sia la strada da seguire”.

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