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Fee only, un'armata con l'ingresso dei commercialisti

3/22/2017

La professione non è incompatibile con quella di consulente finanziario che non si esplica in un'attività di intermediazione e non è retribuita da provvigioni. Ecco l'opinione di Massimo Scolari, presidente di Ascosim


Da piccola armata, quella dei consulenti fee only potrebbe diventare un esercito da far invidia sia ai private banker sia ai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (il nuovo nome assunto dagli ex promotori finanziari). Stando alle note interpretative della disciplina delle incompatibilità assunte nel marzo 2012 dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, la professione di commercialista ed esperto contabile è incompatibile con la professione di promotore finanziario, con quella di sub agente assicurativo e con quella di agente in attività finanziaria, ma risulta compatibile con quella di consulente finanziario, se consideriamo quest’ultimo come un “professionista incaricato direttamente dal cliente di studiare i mercati finanziari e prospettare le alternative migliori di investimento, illustrando i vantaggi, costi e rischi di ogni soluzione” come si legge in un documento dell’Ordine dei Commercialisti di Roma. La consulenza finanziaria, quindi, può rientrare tra le attività del professionista solo se intesa in senso stretto e se quindi non si esplica in un'attività di intermediazione e non è retribuita con provvigioni. Ne abbiamo parlato con Massimo Scolari (nella foto), presidente di Ascosim, l’associazione delle società di consulenza.

La qualifica di consulente finanziario indipendente può interessare anche i commercialisti che potrebbero così allargare la gamma di servizi?
Ne sono assolutamente convinto. La consulenza finanziaria indipendente, per sua natura, abbraccia un perimetro più ampio che confina con materie, come quelle fiscali e successorie, nelle quali i commercialisti già svolgono un’assistenza professionale alla propria clientela. Si aggiunga la profonda conoscenza del dottore commercialista delle circostanze e delle caratteristiche del cliente imprenditore e della sua azienda. Estendere il servizio professionale del dottore commercialista alla pianificazione finanziaria e agli investimenti può accrescere in modo sostanziale la qualità ed il perimetro del servizio reso al cliente.

La professione di commercialista è compatibile con quella di consulente fee only? È possibile l’iscrizione a entrambi gli albi?
La compatibilità della professione del dottore commercialista e del consulente finanziario va esaminata da entrambi i punti di vista. Nel Regolamento Consob 17130, all’art. 13 che disciplina le cause di incompatibilità con l’attività del consulente finanziario, non vi è alcun ostacolo. Per i dottori commercialisti ed esperti contabili le norme in vigore (D. Lgs. del 28 giugno 2005, all’art. 4, ndr), contengono le disposizioni in merito alle incompatibilità, tra le quali è compresa l’attività del promotore finanziario, ma non quella del consulente finanziario autonomo. Non sembrano quindi sussistere ostacoli allo svolgimento da parte dei dottori commercialisti dell’attività di consulenza finanziaria autonoma, in particolare a fronte di un incarico ricevuto direttamente dal cliente.

Quindi un professionista potrebbe indossare entrambe le “casacche”, da commercialista e da consulente finanziario autonomo. O forse per uno studio di commercialisti sarebbe preferibile associarsi a un fee only per offrire questa tipologia di servizi?
Credo che la collaborazione tra studi professionali di commercialisti e consulenti finanziari autonomi o società di consulenza finanziaria sia un’opportunità per entrambi i soggetti al fine di integrare le attività e le conoscenze specialistiche necessarie per un servizio di elevato standard qualitativo.


Quanti commercialisti potrebbero iscriversi alla sezione “autonomi” dell’albo unico?
A questa domanda sinceramente non saprei rispondere. Posso senz’altro testimoniare che l’interesse da parte di numerosi soggetti ci è già stato manifestato. Tuttavia, come in altre occasioni, si assisterà inizialmente all’avvio di iniziative sperimentali dalle quali si potranno comprendere e valutare i vantaggi e gli svantaggi della collaborazione tra le due aree professionali. Come associazione siamo comunque pronti a fornire tutto il supporto e le informazioni che ci verranno richieste.

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