Tempo di lettura: 2min

"Offerta fuori sede: aprendo ai fee-only non si rischia il Far West"

5/16/2017

Il presidente di Ascosim, Massimo Scolari, interviene di nuovo nel dibattito sulla riforma dell'offerta fuori sede con l'arrivo della MiFID II


Salvaguardare la tutela del risparmiatore ha un costo per le reti e le banche: albo e stringenti requisiti petrimoniali costituiscono il perno della protezione dell’investitore dai maggiori rischi legati all’operatività fuori sede. Lo ha ricordato di recente Matteo Colafrancesco, presidente di Assoreti, facendo un appello alle autorità e alla politica “affinché non venga snaturato il modello normativo dell'offerta fuori sede” che, stando all’articolo 30bis del Decreto di applicazione della MiFID II, sarà aperta anche ai consulenti autonomi (fee only) e alle SCF. AdvisorOnline.it ha sentito in merito Massimo Scolari (nella foto), presidente di Ascosim, l'associazione delle società di consulenza finanziaria.


Durante il convegno di Assoreti a Capri è stata sottolineata l’esigenza di non snaturare la disciplina dell’offerta fuori sede. Cosa ne pensa?
Noi siamo assolutamente d’accordo. Le norme che regolano l’offerta fuori sede di strumenti e servizi di investimento sono un importante strumento di tutela del risparmio. Siamo a tal punto d’accordo che pensiamo sia corretto assoggettare a tali norme anche il mondo della consulenza indipendente.


Però l’impressione è che nel mirino di Assoreti a Capri sia finito proprio quell’art. 30bis del Decreto legislativo di attuazione della Direttiva MiFID, che consentirebbe di promuovere e svolgere la consulenza anche fuori sede da parte dei consulenti autonomi e delle società di consulenza finanziaria. Pensa che questa opportunità rappresenti un rischio per i risparmiatori?
Ricordo che i consulenti autonomi e le SCF si limitano ad offrire un servizio di consulenza finanziaria e ad essi è preclusa la promozione e la distribuzione di prodotti finanziari. Come riconosciuto dalla stessa direttiva MiFID, si tratta di un’attività connotata da una minore rischiosità sistemica. Tuttavia, poiché i rischi esistono, il Decreto prevede una precisa assunzione di responsabilità solidale da parte delle società di consulenza che operano per il tramite di consulenti autonomi.

Torno sul punto: con questo provvedimento si rischia il Far West?
Direi proprio il contrario. Infatti i destinatari del provvedimento sono i consulenti autonomi e le società di consulenza finanziaria che saranno iscritti all’albo unico dei consulenti finanziari, lo stesso albo che ospita i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, con una vigilanza su tutti i soggetti garantita dall’Organismo. Il provvedimento non mira a liberalizzare ma al contrario a regolamentare l’attività dei consulenti autonomi e delle società di consulenza finanziaria. In assenza di tale provvedimento rimarrebbe un’area grigia nella quale potrebbero diffondersi comportamenti non conformi e potenzialmente pericolosi da parte di soggetti non regolamentati e non vigilati.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?