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3/28/2014 | Francesco D'Arco
"La preoccupazione per il futuro è elevata e cresce con il crescere dell'età: oggi oltre il 50% della popolazione ha aspettative di peggioramento del proprio tenore di vita" è questo il quadro allarmante presentato da Chiara Fornasari di Prometeia in occasione della plenaria conclusiva del Salone del Risparmio. Una plenaria che ha evidenziato i tre grandi problemi del rapporto tra italiani e previdenza: preoccupazione, scarsa conoscenza e poca fiducia.
Fiducia e comunicazione sono quindi le due leve sulle quali l'industria dovrà puntare per riavvicinare gli italiani al tema previdenziale e portarli a investire nei fondi pensione. Una sfida che coinvolge direttamente il mondo delle reti che, secondo la ricerca oggi sono poco inclini alla proposta previdenziale. Ma, come sottolineato da Gian Maria Mossa, co-direttore generale di Banca Generali, il mercato previdenziale è un mercato "dettato dall'offerta e non tanto dalla domanda. Sostanzialmente ci sono tre fattori che portano gli italiani a fare le scelte giusti e: la flessibilità dell'investimento, la mancanza di vincoli eccessivi e la profittabilità".
E su questo terzo punto entra in gioco il fattore fiscale che in tema previdenziale è "bizantino", come affermato dal direttore generale di Assogestioni Fabio Galli: "abbiamo un sistema di aliquote bizantino, che va ripulito e ricondotto verso regole più chiare e in grado di agevolare una crescita di interesse da parte delle famiglie verso il sistema integrativo". Un invito esplicito al Governo a intervenire sul tema fiscale. Invito in parte accolto dall'Onorevole Senatore Enrico Morando, vice ministro dell'Economia e delle Finanze, che ha chiuso la plenaria conclusiva della quinta edizione del Salone del Risparmio. "Quando si parla di politiche fiscali non si deve dimenticare che il governo agisce in un contesto nel quale l'incertezza e la stabilità inducono a scelte molto settoriali" ha affermato il senatore. "Si ragiona per segmenti, questo può generare forse degli errori e ci rendiamo conto che alcune decisioni, prese per adempiere all'impegno di copertura del finanziamento del nostro debito, potrebbero distorcere le scelte di risparmio degli italiani. C'è il rischio di soluzioni incoerenti e farraginosi sul tema fiscale che non contribuiscono a migliorare le aspettative, per questo voglio prendere l'impegno alla armonizzazione".
Un impegno accolto positivamente dall'industria ma che dovrà essere accompagnato, secondo Galli, da "un salto di qualità" che, secondo il direttore generale di Assogestioni, arriverà grazie all'Europa: "La commissione europea, insieme al futuro Parlamento europeo, sicuramente porterà avanti il modello del personal pension che cambierà il quadro dell'industria e che potrebbe favorire la maggiore diffusione di piani individuali pensionistici". Un modello che potrebbe avvicinare finalmente l'Italia a modelli più evoluti su questo fronte come quello svedese e statunitense.
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