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Meno fondi e più mandati per le SGR italiane

4/8/2016

Ora le gestioni assicurative pesano per circa tre quarti del patrimonio in gestione stando a una recente analisi di Assogestioni


Le SGR negli ultimi dieci anni hanno riposizionato il loro business dai fondi comuni alle meno remunerative gestioni che ora pesano per circa tre quarti del patrimonio in gestione. Se i primi infatti fino al 2005 rappresentavano fino al 90% delle masse in gestione, oggi il trend si è invertito con le gestioni passate al 70% del patrimonio in gestione, in gran parte rappresentata dalla gestioni di mandati di tipo assicurativo – solo il 10% sono gestioni patrimoniali retail. Il quadro emerge da u recente studio di Assogestioni, presentato oggi al Salone del Risparmio 2016 da Alessandro Rota e Riccardo Morassut, che segnala come a livello di sistema la redditività delle SGR negli ultimi 10 anni sia comunque migliorata grazie al taglio dei costi, tra cui il dimezzamento del personale in un settore che ora impiega circa 2.000 persone.

Lo studio registra un calo del campione di SGR censite (sono state escluse quelle specializzate in fondi speculativi e in fondi chiusi): da 58 nel 1999 a 38 alla fine del 2015, che gestiscono in media un patrimonio di 28 miliardi di euro. Rispetto al passato aumenta la concentrazione delll'industria con le dieci SGR più grandi che oggi gestiscono quasi il 90% del patrimonio in gestione. Resta invariata, invece, la forte dipendenza dal mondo bancario e assicurativo: l'80% delle SGR italiane sono controllate da istituti di credito o da compagnie assicurative.

Il legame con banche e assicurazioni ha condizionato l'offerta e il modello di business, soprattutto delle SGR più grandi, e di conseguenza anche l'andamento delle commissioni nette, diminuite negli ultimi dieci anni a seguito del maggior peso sul patrimonio in gestione di prodotti con un basso profilo commissionale (mandati). In particolare, dall'analisi delle commissioni, si segnala la crescita delle commissioni di collocamento dei fondi target date (che hanno rappresentato i prodotti di punta dell'offerta allo sportello bancario), che sono arrivate a toccare il 35% delle commissioni attive nel 2015, e la diminuzione delle retrocessioni alle reti distributive.

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