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Fondi comuni: il 39% dei Millennials EU li comprerebbe online

4/11/2018

Fiducia nelle 5 sorelle della rete anche per i più adulti della Generazione X (favorevoli per il 34%)


Comprare dei prodotti finanziari sulle piattaforme delle 5 sorelle di Internet - Facebook, Apple, Microsoft, Google e Amazon - piace a un risparmiatore europeo su tre. I più entusiasti sono i Millennials (18-34 anni) che considererebbero di farlo per il 39%, seguiti per il 34% dalla generazione Y più adulta (35-54 anni). Sono queste alcune delle evidenze emerse dallo studio comparativo tra i risparmiatori europei sul tema della fiducia verso i nuovi player tecnologici interessati a entrare nel settore del risparmio, e realizzato dall’Istituto Demia per Assogestioni, in occasione del Salone del Risparmio 2018. L’indagine, che ha preso in esame un campione di 5.000 risparmiatori (5 i paesi considerati: Germania, Italia, Francia, Spagna e Regno Unto; 1.000 per paese) appartenenti alla generazione Y (i Millennials 18-34 anni) e alla generazione X (35-54 anni) e rappresentativo di 157 milioni di cittadini europei, evidenzia come l’uso delle tecnologie e delle piattaforme digitali nella gestione del proprio denaro siano un fenomeno positivo e destinato a crescere, secondo il 72% del campione.

Confrontando i dati raccolti rispetto a ricerche omologhe svolte negli Stati Uniti, si ricava un sostanziale ritardo dell’Europa nello sviluppo di soluzioni che coinvolgono le piattaforme tech, ma anche un terreno fertile per un’eventuale estensione di quello che sarà implementato oltreoceano, perlomeno presso una parte dei risparmiatori. L’apertura verso l’offerta di player di provenienza extra finanziaria negli USA, infatti, è maggiore rispetto all’EU, con il 73% dei Millennials statunitensi e il 61% della generazione X che comprerebbero o considererebbero prodotti finanziari da aziende tecnologiche.

La ricerca fotografa le differenze generazionali nel rapporto con le tecnologie dedicate alla finanza personale con i Millennials che, al 56%, ritengono sufficiente uno smartphone per la gestione dei propri risparmi, percentuale che diminuisce al 45% per la generazione X. L’Italia e la Spagna sono simili nel grado di apertura all’offerta di prodotti di risparmio e investimenti da parte degli operatori digitali mondiali: i connazionali lo considererebbero per il 44% e i cugini iberici per il 43%. La situazione si rovescia negli altri paesi analizzati dove un segmento più limitato si dichiara interessato alle proposte delle 5 sorelle della rete: Gran Bretagna (37%), Francia (30%), Germania (26%). Stesso discorso vale per le attività di educazione finanziaria, l’83% degli spagnoli e l’82% degli italiani (83% generazione Y e 81% Generazione X) si dichiarano favorevoli a un programma di avvicinamento e formazione al mondo del risparmio e degli investimenti a fronte di un dato medio europeo pari al 71%.

Lo Stato (per il 53%), le banche e le istituzioni finanziarie (48%) sono gli enti deputati ad attività di educazione finanziaria, attività che per il 61% dei Millennials dovrebbe essere rivolte alle persone dai 35 in giù, mentre per il 54% della generazione X dovrebbe essere a vantaggio di tutte le fasce d’età. Le figure di riferimento quando si tratta di risparmio e investimenti restano i componenti della famiglia e i professionisti, con pesi diversi per le 2 generazioni: i Millennials si rivolgono ai genitori, gli Xers al partner, entrambi ai professionisti. Inglesi, Francesi e Tedeschi sono, infine, più propensi al fai da te. Tuttavia quando si tratta concretamente di decidere quale investimento fare, il 73% si rivolgerebbe, come prima scelta, al circuito tradizionale bancario, il 30% al proprio consulente di fiducia, il 22% al sito della banca, il 12% si rivolgerebbe ai prodotti di una SGR e solo il 7,6% a una società non bancaria.

Il fattore umano e la professionalità rimangono ancora centrali: il 65% dei risparmiatori europei, infatti, ritiene la tecnologia importante ma risulta ancora più importante avere consigli specifici da parte di un consulente esperto. Nel caso di un contatto per decidere un investimento, l’incontro faccia a faccia con un professionista resta la modalità di gran lunga preferibile (67%).

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