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Fondi comuni, giugno in frenata: -2,9 miliardi

7/25/2018

I maggiori deflussi riguardano soprattutto i prodotti obbligazionari. Mentre a livello di singole società spiccano i "movimenti istituzionali": sia in positivo, sia in negativo.


Il primo semestre 2018 si chiude con una battuta d'arresto per i fondi di lungo termine che registrano, nel mese di giugno, deflussi per oltre 2,9 miliardi. Un risultato che porta il bilancio da inizio anno dei fondi comuni a quota +9,4 miliardi di euro. 

 

I maggiori deflussi riguardano soprattutto i fondi obbligazionari che nel corso del sesto mese dell'anno devono fare i conti con deflussi superiori ai 3,5 miliardi di euro, un risultato in linea con tutto il 2018 che, al momento, registra per questi strumenti un bilancio negativo per oltre 12,7 miliardi. A compensare le perdite degli OICR obbligazionari tutte le altre categorie che tra gennaio e giugno 2018 registrano, invece, un saldo positivo: si parte dai flessibili, con +11,9 miliardi, e dai bilanciati, con +7,6 miliardi, per proseguire con i prodotti azionari, +2,5 miliardi, e gli hedge, con 57 milioni di raccolta netta positiva. In crescita anche i fondi monetari che grazie ai +3,9 miliardi raccolti a giugno riportano il bilancio annuale in territorio positivo: +538 milioni.

 

Alla fine del semestre l'industria deve fare i conti complessivamente con flussi positivi per 9,32 miliardi (anche a causa dei -579 milioni di euro segnati a giugno) e un patrimonio complessivo gestito pari a 2.060 miliardi di euro, un dato in calo di circa 30 miliardi rispetto ai 2.089 miliardi di fine 2017.

 

A livello societario il mese di giugno è nuovamente dominato dalle operazioni istituzionali che incidono sui flussi di raccolta dei grandi gruppi. In particolare si segnalano i +5,52 miliardi di Poste Italiane (dovuti principalmente ai +5,5 miliardi di raccolta nelle gestioni di portafoglio istituzionali), i +1,64 miliardi del gruppo Generali (che ha visto flussi positivi nei fondi aperti, +3 miliardi, ma deflussi importanti nelle gestioni istituzionali, -1,4 miliardi), i +1,44 miliardi di AXA IM (grazie ai +1,2 miliardi confluiti in gestioni istituzionali) e, infine - in negativo - i -6,2 miliardi di BNP Paribas (che ha visto deflussi negli istituzionali per 6,42 miliardi di euro). "Il deflusso di attivi - spiega il gruppo francese in una nota - deriva dalla revoca di un mandato, assegnatoci da un cliente assicurativo e gestito con reciproca soddisfazione sin dal 2010, per una scelta strategica non dipendente dalle performance. Col cliente stesso, infatti, BNP Paribas AM continuerà ad avere significativi rapporti di gestione".

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