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Cresce il peso dei gestori nei cda delle quotate

12/11/2018

Gli investitori istituzionali hanno depositato 83 liste nel 2018 in 60 società quotate al FTSE MIB e Mid Cap. Sono stati eletti 99 candidati e 58 consiglieri


Nel 2018, gli investitori istituzionali coordinati dal comitato dei gestori di Assogestioni hanno depositato 83 liste di candidati in 60 società molte appartenenti al FTSE Mib e al Mid Cap, ma anche ad aziende dell’AIM. Sono stati eletti 99 candidati presentati di cui 58 consiglieri di amministrazione e 41 sindaci. Oggi complessivamente risultano in carica 216 tra amministratori e sindaci eletti dalle liste presentate dal Comitato dei gestori. A illustrare i dati è Tommaso Corcos (nella foto), presidente di Assogestioni e a.d. di Eurizon (gruppo Intesa Sanpaolo), durante l'Italy Corporate Governace Conference a Milano nella sede di Borsa Italiana.

"In quanto money manager e non company manager, agli investitori istituzionali spetta un ruolo attivo nella governance delle società emittenti: si tratta del ruolo di steward, ovvero di azionista consapevole che esercita i propri diritti attraverso le attività di monitoraggio, engagement e voting" dice Corcos. L’Italia è stata uno dei primi Paesi ad aver adottato i principi di stewardship, una serie di best practises definite per favorire il dialogo e la collaborazione tra gli investitori istituzionali e le società emittenti.

"Quest’approccio - sottolinea Corcos - è stato rafforzato con la shareholder rights directive II che evidenzia come un forte coinvolgimento degli investitori nella corporate governance sia una delle leve che può aiutare a migliorare i risultati finanziari e non-finanziari delle società, inclusi quelli relativi a fattori ambientali, sociali e di governance. I dati relativi all’ultima stagione assembleare danno piena evidenza dell’impegno dei gestori in quest’attività". Il presidente di Assogestioni ricorda che negli ultimi anni, la composizione dei consigli di amministrazione è diventata una priorità per noi investitori.

"D’altro canto - aggiunge Corcos - gli investitori stessi assumono un ruolo fondamentale nel favorire una composizione dei cda adatta al perseguimento delle strategie di sviluppo delle società. Ci aspettiamo che i consigli di amministrazione dedichino un’attenzione crescente alle strategie di lungo periodo, alla supervisione dei risultati secondo i criteri ESG e al contributo al raggiungimento dei sustainable development goals. I cda devono incorporare quelle competenze che le società necessitano per raggiungere un vantaggio competitivo. Queste includono, oltre che conoscenze tradizionali e finanziarie dell’industria, nuove competenze come cybersecurity, strategie digitali e conoscenza di mercati innovativi. Oltre all’importanza del concetto di indipendenza, aspetto fondamentale nella formazione delle liste di candidati, gli investitori stanno considerando sempre più anche aspetti di diversity nei cda. L’Italia ha modificano i principi di corporate governance nel 2018 per dare maggiore risalto al concetto della diversity".

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