Il secondo trimestre del 2020 dell’industria risparmio gestito italiano segna una ripresa consistente rispetto al primo, condizionato pesantemente dalla diffusione della pandemia da Coronavirus. Come rileva Assogestioni, nella sua consueta mappa sui dati di aprile, maggio e giugno, la raccolta netta complessiva è di 11,3 miliardi di euro contro i -12,070 del primo trimestre, il che rende ancora in territorio negativo la raccolta dei primi sei mesi dell’anno con un meno 736 milioni.

Positiva la raccolta netta delle gestioni collettive a +16,2 miliardi (quasi -11 miliardi nel primo trimestre), di cui +14,8 relativi ai fondi aperti (+2,713 miliardi nei primi tre mesi dell’anno). Tra questi ottima la performance degli azionari a più 8,511 miliardi, seguono i monetari con + 4,234 miliardi, gli obbligazionari a quasi 3 miliardi e i bilanciati: + 1.102. Chiudono col segno meno i flessibili (-1,753 miliardi) e gli hedge a -145 milioni. Ottimo il risultato degli Ucits con una raccolta pari a 14,8 miliardi. In territorio negativo le gestioni di portafoglio, a - 4,8 miliardi, condizionate dal crollo delle gestioni dei prodotti assicurativi (-7,380 miliardi). In crescita il patrimonio gestito dall’industria a 2.266 miliardi.

Venendo alle singole società, tra le prime venti big del settore, sul primo gradino del podio per la raccolta, si piazza il gruppo Intesa Sanpaolo con quasi due miliardi e 900 milioni di euro di cui 415 milioni di risparmio gestito. Al secondo posto troviamo Poste Italiane con 2.351 miliardi. Al terzo si trova Pictet AM con quasi 1,7 miliardi (da inizio anno Poste Italiane rimane il primo gruppo in Italia per raccolta netta nel risparmio gestito grazie a flussi netti per 4,25 miliardi. La insegue Pictet Asset Management con 3 miliardi). Morgan Stanley con oltre 1,5 miliardi. Quinto il gruppo Mediolanum a 1.211 miliardi.

Sempre tra le prime venti big, chiudono in rosso il secondo trimestre dell’anno, il gruppo BNP Paribas -376 milioni, Invesco (-333 milioni), e Anima Holding con meno 215 milioni.

Nella speciale classifica dei fondi sostenibili spicca la performance del gruppo Intesa Sanpaolo, prima nel secondo trimestre dell’anno, con 1,2 miliardi di raccolta (Eurizon contribuisce in gran parte al risultato con 1,181 miliardi) che raggiunge i 2,3 miliardi da inizio 2020. Segue Pictet con quasi 559 milioni (954 contando anche il primo trimestre) e BNP con 292 milioni (707 milioni da inizio 2020). Negativo su questo fronte, sempre tra le prime 20 big, il risultato di Schroders (-245 milioni, - 438 da gennaio e del Gruppo Deutsche Bank con meno 68,4 milioni che però rimane in territorio positivo grazie ai prime tre mesi dell’anno a più 102,6 milioni.

In netta ripresa, nel secondo semestre, la raccolta dei Pir compliant con afflussi per 58,7 milioni rispetto ai 234 milioni di deflussi dei primi tre mesi dell’anno. Nel complesso, nel 2020, la raccolta rimane negativa per 175,5 milioni. Gli afflussi del primo trimestre sono equamente distribuiti tra i fondi di nuova istituzione e i preesistenti (ovvero lanciati entro fine dicembre 2016). In questa categoria spicca il buon risultato dei fondi flessibili a più 57,6 milioni, i bilanciati raccolgono 13,3 milioni e gli obbligazionari1,9 milioni. Negativo il risultato degli azionari (-14,1 milioni). Gli investitori hanno prediletto i fondi di diritto italiano che hanno raccolto 135,8 milioni contro i meno 77,1 milioni di quelli esteri.