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Risparmio gestito, la rivincita di monetari e flessibili

11/22/2021 | Daniele Riosa

Nel terzo trimestre del 2021 la raccolta si attesta a 18,5 miliardi rispetto ai 21,4 dei tre mesi precedenti. Da inizio anno afflussi per quasi 70 miliardi


Leggera frenata dell’industria del risparmio gestito nel terzo trimestre del 2021. Secondo la nota diffusa da Assogestioni, la raccolta netta di luglio, agosto e settembre ammonta a 18,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 21,4 miliardi del secondo trimestre dell’anno, mentre, da inizio 2021, segna un più 69,8 miliardi. Il patrimonio gestito tocca i 2,544 miliardi.

Tra le gestioni collettive, nel terzo trimestre del 2021, i fondi aperti vedono afflussi per 16,9 miliardi, quelli chiusi per circa 1,3 miliardi. Entrando nel dettaglio dei fondi aperti, si nota come gli investitori abbiano puntano maggiormente sui bilanciati (circa 6,4 miliardi), gli azionari sfiorano i 4 miliardi, mentre gli obbligazionari raggiungono più di 3,3 miliardi di afflussi. Seguono i monetari con 2,37 miliardi, nel trimestre precedente avevano chiuso con un rosso di 969 milioni. Buona la performance dei flessibili che, dopo il meno 818 milioni del secondo trimestre, tornano in positivo con afflussi pari a 816 milioni. Chiudono in negativo, come nel secondo trimestre, gli hedge a meno 25 milioni di euro.

Per quanto riguarda la nazionalità dei fondi aperti, il risultato del trimestre è stato ottenuto e grazie al contributo dei comparti di diritto estero che hanno ottenuto afflussi per circa 15,5 miliardi di euro, mentre i prodotti di diritto italiano chiudono con un più 1,3 miliardi.

A livello di singole società, tra le prime venti menzionate da Assogestioni, nel terzo trimestre dell’anno, sul primo gradino del podio per raccolta si posiziona il gruppo Intesa Sanpaolo con afflussi netti per più di 7 miliardi di euro, con 5,4 miliardi in capo alla sola Eurizon. Al secondo posto troviamo il gruppo Generali con 2,67 miliardi e sul terzo gradino del podio Anima Holding con poco più di 1,3 miliardi. Tra le società che chiudono luglio in rosso ecco Poste Italiane con circa -2,2 miliardi e il gruppo BNP Paribas a meno 1,2 miliardi di euro.

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