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Risparmio gestito, un 2021 volatile ma in crescita

12/28/2021 | Lorenza Roma

Dopo un primo trimestre decisamente positivo per il risparmio gestito italiano, la raccolta dell’industria cala nel secondo trimestre per poi chiudere in rialzo a fine 2021. I dati di Assogestioni


Dopo un primo trimestre decisamente positivo per il risparmio gestito italiano, la raccolta netta cala nel secondo trimestre dell’anno mentre, da inizio 2021 sfiora gli 84 miliardi. È questa la situazione del risparmio gestito italiano, che emerge dai report trimestrali diffusi dall’Ufficio Studi di Assogestioni.

 

Alla fine del primo trimestre 2021 il bilancio per l’industria dell’asset management è stato decisamente positivo. La raccolta netta nei primi tre mesi del 2021 ha sfiorato i 30 miliardi di euro. Il patrimonio gestito ha toccato un nuovo record storico attestandosi a 2.469 miliardi. Dei 29,9 miliardi di euro di raccolta complessiva, circa 20 miliardi si sono riversati nelle gestioni collettive, 10 in quelle di portafoglio. Da segnalare l’ottima performance dei fondi aperti che, con afflussi pari a 18,7 miliardi, hanno registrato il loro miglior dato trimestrale dagli ultimi tre mesi del 2017. Scendendo nel dettaglio della raccolta dei fondi aperti, gli strumenti privilegiati dagli investitori sono stati i fondi azionari, che hanno registrato flussi in entrata per 13 miliardi di euro seguiti dai fondi bilanciati con investimenti per più di 4 miliardi. Gli obbligazionari segnano afflussi per 2,7 miliardi, mentre i prodotti monetari per 1,4 miliardi. Chiudono in rosso i primi tre mesi dell’anno i flessibili (-2,7 miliardi) e gli hedge (-110 milioni di euro). Per quanto riguarda la nazionalità dei fondi aperti, il risultato del trimestre è stato ottenuto e grazie al contributo dei comparti di diritto estero che hanno ottenuto afflussi per 19 miliardi di euro, mentre i prodotti di diritto italiano hanno segnato un meno 488 milioni.

 

Cala, rispetto al primo trimestre, la raccolta del risparmio gestito italiano. I flussi netti dell’industria ad aprile, maggio e giugno ammontavano a 21,5 miliardi di euro rispetto ai 29,9 miliardi registrati nei primi tre mesi del 2021. Nonostante la diminuzione degli afflussi nel secondo trimestre, il saldo dei primi sei mesi dell'anno ha chiuso il miglior semestre dal 2017 con flussi per 51,33 miliardi di cui 35,82 miliardi nei fondi aperti, 2,43 miliardi nei chiusi e 13,07 miliardi nelle gestioni di portafoglio. Il patrimonio gestito ha toccato un nuovo record storico attestandosi a 2.520 miliardi. Dei 21,5 miliardi di euro di raccolta complessiva, poco più di 18 miliardi si sono riversati nelle gestioni collettive, poco più di 3 miliardi in quelle di portafoglio. Da segnalare l’ottima performance dei fondi aperti, con afflussi pari a 17,1 miliardi di euro. Scendendo nel dettaglio della raccolta dei fondi aperti, gli strumenti privilegiati dagli investitori sono stati i fondi azionari, che hanno registrato flussi in entrata per 8,4 miliardi di euro seguiti dai fondi bilanciati con investimenti per più di 7,7 miliardi.

 

Leggera frenata nel terzo trimestre del 2021 per l’industria del risparmio gestito italiano. La raccolta netta di luglio, agosto e settembre ammonta a 18,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 21,4 miliardi del secondo trimestre dell’anno, mentre, da inizio 2021, segna un più 69,8 miliardi. Il patrimonio gestito tocca i 2,544 miliardi. Tra le gestioni collettive, nel terzo trimestre del 2021, i fondi aperti hanno riscontrato afflussi per 16,9 miliardi, quelli chiusi per circa 1,3 miliardi. Entrando nel dettaglio dei fondi aperti, gli investitori hanno puntano maggiormente sui bilanciati (circa 6,4 miliardi), gli azionari hanno sfiorato i 4 miliardi, mentre gli obbligazionari hanno raggiunto più di 3,3 miliardi di afflussi. Seguono i monetari con 2,37 miliardi, nel trimestre precedente avevano chiuso con un rosso di 969 milioni. Buona la performance dei flessibili che, dopo il meno 818 milioni del secondo trimestre, tornano in positivo con afflussi pari a 816 milioni. Chiudono in negativo, come nel secondo trimestre, gli hedge a meno 25 milioni di euro.

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