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Flussi dei fondi: parola d'ordine resilienza

7/26/2022 | Redazione Advisor

Rispetto ad altre crisi l'industria del risparmio gestito si mostra resiliente sul fonte dei flussi. Così Assogestioni nel report mensile


Nonostante il periodo prolungato di forte instabilità sui mercati finanziari, riconducibile alla continua incertezza economica e geopolitica - con l’indice MSCI World in calo di oltre il 21% da inizio anno - l’industria del risparmio gestito in Italia si mostra resiliente sui flussi, a differenza di quanto avvenuto in occasione di recenti crisi passate (2008-2009 e 2011-2012)

 

La raccolta netta di giugno 2022 risulta infatti negativa, ma stabile, intorno al miliardo di deflussi (-1,16 mld), per un patrimonio complessivo pari a 2.277 mld a giugno. Nel mese precedente i deflussi erano stati di 1,274 miliardi per un patrimonio di 2394,59 miliardi.

 

L’Ufficio studi quantifica l’effetto della flessione dei mercati sul patrimonio gestito in -2,8%, in linea con la performance dei mercati finanziari, ancora segnata da continue turbolenze di medio periodo sul fronte economico e geopolitico. Da inizio anno l’effetto mercato, al netto dell’effetto raccolta, ha eroso circa il 10% degli asset.

 

Nonostante il saldo netto della raccolta mensile dei fondi aperti sia negativo per circa 2 miliardi appesantito principalmente dai deflussi dai fondi obbligazionari (-3,3 miliardi) e flessibili (-941 milioni), resiste l’appetito per i comparti più rischiosi, con i fondi azionari che registrano afflussi netti per +1,3 miliardi e quelli bilanciati per +147 milioni.

 

 

Nel mese la raccolta netta delle gestioni di portafoglio istituzionali è stata pari a +203 milioni, mentre quella delle gestioni di portafoglio retail è stata di +36 milioni, per un saldo totale positivo pari a +239 milioni. A giugno la quota prevalente degli asset, 1.193 miliardi (pari al 52,4% del totale), è impiegata in fondi aperti e chiusi, mentre le gestioni di portafoglio equivalgono a 1.083 miliardi (47,6% del totale).

 

Tra le società in positivo si distinguono Poste Italiane con 750,8 milioni; il Gruppo Mediolanum con 402,4 milioni e Arca SGR con 351,7. In negativo invece il Gruppo Intesa con 2,13 miliardi; UBS AM con -403,2 e gruppo Generali con -362,5 milioni.

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