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3/16/2016
Non la vendita di un prodotto collocato con la logica di massimizzazione il rendimento ma la costruzione di un rapporto fiduciario con l’obiettivo di dare consulenza finanziaria al cliente. È quanto caratterizza l’offerta fuori sede del mondo delle reti rispetto all’offerta allo sportello delle banche secondo Matteo Colafrancesco (nella foto), presidente di Assoreti (e presidente di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking).
Ieri Colafrancesco, assieme a Maurizio Bufi (presidente Anasf), è intervenuto davanti ai senatori della Commissione Finanze che gli hanno chiesto, come riportano le agenzie, dell'ultimo scandalo finanziario: la vendita massiccia dei bond subordinati ai clienti retail delle quattro banche finite in risoluzione, Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti. "La ricerca dei rendimenti a tutti i costi non c’è da parte nostra, ci sono solo le esigenze del cliente" ha esordito Colafrancesco che ha ricordato come anche all'epoca degli scandali dei Tango bond e delle obbligazioni Lehman "le reti ne avevano collocate pochissime e solo su richiesta di qualche cliente".
Riguardo ai casi emersi con il bail-in, Colafrancesco ha detto di essere rimasto colpito dalla storia “dell'anziano cui era stato dato un profilo di rischio aggressivo: "Lì – ha puntualizzato il presidente - c’è una responsabilità anche penale e questo nelle reti non c’è". "Molti operatori bancari vivono totalmente un conflitto di interessi che nel mondo delle reti e dei consulenti non è inesistente, ma è gestito in modo diverso: per noi è neutrale il ritorno economico del collocamento di un prodotto piuttosto che un altro" ha aggiunto Maurizio Bufi, presidnete Anasf.
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