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Tofanelli: “Il Covid ha migliorato la dialettica consulente-cliente”

1/25/2021 | Redazione Advisor

Il segretario generale di Assoreti spiega che “c'è un rapporto di condivisione delle scelte che parte da una pianificazione di medio-lungo periodo e i dati del 2020 lo evidenziano”


“A fronte di una raccolta record nel 2020, il dato significativo è che in piena pandemia il peso dei flussi di liquidità parcheggiata sui depositi dai clienti delle reti è persino sceso rispetto all'anno precedente. I loro risparmi non sono stati lasciati completamente fermi sui conti in posizioni di perdita, ma sono stati immediatamente investiti e questo evidenzia il valore dell'attività del consulente”. MarcoTofanelli, segretario generale di Assoreti, in un’intervista Plus 24, si focalizza sui flussi in calo che vengono depositati sui conti correnti dai clienti delle reti, in un contesto in cui la liquidità degli italiani ha oltrepassato la cifra record di 1.700 miliardi di euro.

Come spiega questa divergenza?
“La pandemia ha migliorato la dialettica tra cliente e consulente. Non solo per le attenzioni che le reti hanno avuto nei loro confronti, ma anche perché dall'altra parte chi si affida a un consulente dimostra di avere già inteso l'importanza di aver cura dei propri risparmi. C'è un rapporto di condivisione delle scelte che parte da una pianificazione di medio-lungo periodo e i dati del 2020 lo evidenziano”.

“I primi tre mesi del 2020 – sottolinea Tofanelli - riflettono i timori dei risparmiatori dinnanzi a uno scenario di difficile lettura, implicante già notizie di diffusione del virus: il bisogno di conferire sicurezza da un lato e la ricerca di sicurezza dall'altro, hanno determinato in quei frangenti un incremento dei volumi di raccolta delle reti perlopiù parcheggiata sui depositi: 9 miliardi di euro, pari al 78,5% della raccolta del primo trimestre. Una percentuale riassorbita successivamente con flussi verso la liquidità intorno all'11% del totale, che ha portato a chiudere il 2020 persino con un calo non trascurabile in termini di incidenza della liquidità sui volumi complessivi pari al 30% della raccolta. Nel 2019, anno pre-Covid, era del 37%. Da aprile in poi sono state efficacemente riadottate coni clienti strategie di gestione dei portafogli con un'attenta diversificazione degli investimenti anche verso l'economia reale. Dal 2021 inizieremo a monitorare anche i Pir e i fondi alternativi”.

A livello di stock a quanto ammonta la quota di liquidità?
“Ad oggi circa il 73% è investito sulla componente di portafoglio rappresentata dai prodotti del risparmio gestito, il 15% su strumenti finanziari amministrati e solo il 12% rimane su conti correnti e depositi. Cifre che evidenziano la relazione di lungo periodo esistente tra consulenti e clienti, che ha risentito solo in minima parte della crisi pandemica. Clienti delle reti che lo scorso anno sono aumentati di 14omila unità, il 3% in più rispetto ai 4,5 milioni già in essere”.

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