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EFAMA: ci vuole cautela quando si parla di sostenibilità

11/19/2020

Nel suo primo market insights incentrato sui fattori ESG l'associazione ha ribadito il suo impegno per quanto riguarda la trasparenza in questo settore


Promuovere la trasparenza evitando il proliferare di etichette ESG nazionale in favore di una unica e unitaria a livello europeo. EFAMA, nel suo primo market insights incentrato sulla sostenibilità dal titolo “Investimento sostenibile nel settore dell'asset management europeo: definizione e dimensionamento delle strategie ESG”, cerca di chiarire a che punto siamo in Europa in quest'ambito.

 

Secondo quanto riporta l'analisi, le strategie di selezione ESG a livello di impresa rappresentavano un totale di 10,7 mila miliardi di euro o il 45% del totale delle attività gestite alla fine del 2019 nei paesi trattati nel rapporto (Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Liechtenstein, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Svezia, Svizzera e Regno Unito). 

 

EFAMA sottolinea che le esclusioni sono una delle forme più basilari e comuni di strategia di selezione ESG: quasi un terzo degli asset trattati nel report l'ha applicata. L'integrazione ESG è la strategia di selezione ESG più diffusa, con poco più del 37% degli AuM totali selezionati seguendo questo approccio. 


Quando si parla di selezione ESG in un'ottica di prodotto dobbiamo considerare 4 diversi approcci: esclusioni, integrazione ESG, prodotti a tema sostenibilità e investimento a impatto. L'integrazione ESG è la strategia di selezione più comune a livello di prodotto in Europa. In totale, 3,9 mila miliardi di euro di attività vengono gestiti in questo modo, pari a circa il 16% del patrimonio totale del fondo e del mandato.

 

Come poter ulteriormente sviluppare questo mercato in Europa? Secondo l'associazione europea bisognerà ridurre il divario di dati garantendo la rendicontazione dei dati ESG affidabile e comparabile da parte delle aziende in Europa e oltre i confini. Sarà inoltre necessario aumentare la trasparenza  attraverso opportune informative da parte dei gestori patrimoniali. Insomma si parla sempre pià spesso di nuove regole e che siano più stringenti così da garantire un servizio migliore.

 

Un'altra raccomandazione che viene direttamente da EFAMA è quella di evitare la proliferazione di etichette ecologiche nazionali promuovendo invece l'uso di un'etichetta UE.
 

Tanguy van de Werve, direttore generale dell'EFAMA, ha commentato: “La ricerca conferma che viene seguita un'ampia varietà di approcci di investimento sostenibile, dimostrando la necessità di esercitare cautela nel quantificare la dimensione reale del mercato ESG europeo. L'EFAMA ei suoi membri si impegnano a sostenere gli sforzi intrapresi per chiarire quali investimenti possono essere considerati sostenibili, garantendo nel contempo una flessibilità sufficiente a sostenere il contributo dell'industria al finanziamento della transizione verde attraverso la collaborazione e l'innovazione". 

Ha commentato Richard Bruyère, managing partner di INDEFI (associazione che ha collaborato alla stesura del report): “Facendo eco ai nostri risultati sul mercato istituzionale, questa analisi conferma che l'Europa ha voltato pagina in termini di investimenti sostenibili. L'ampiezza delle pratiche e il livello di innovazione osservati nel nostro settore dimostrano che gli asset manager stanno abbracciando un nuovo panorama competitivo in cui la sostenibilità non sarà più un'opzione di cui si può fare a meno".

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