Battuta d’arresto in Europa per la raccolta dei fondi. Secondo il report pubblicato da EFAMA (European Fund and Asset Management Association) nel primo trimestre dell’anno gli Ucits e i FIA hanno registrato un deflusso di 109 miliardi in raffronto ai 203 miliardi di afflussi nello stesso periodo dell’anno in scorso.

Per Bernard Delbecque, senior director for economics and research di EFAMA, non c’è da sorprendersi per questi dati. "Non sorprende che la domanda di OICVM da parte degli investitori sia calata bruscamente nel primo trimestre del 2022 a causa della combinazione di diversi fattori: la guerra in Ucraina, il blocco della Cina, l'aumento dell'inflazione e la mancanza di segnali positivi da parte dei responsabili politici, dato che le banche centrali non hanno altra scelta se non quella di aumentare i tassi d'interesse e il margine di manovra dei governi per fornire un sostegno fiscale è ora fortemente limitato dagli ampi deficit di bilancio."

 

Entrando nel dettaglio possiamo evincere che i fondi azionari hanno continuato a registrare afflussi netti (24 miliardi di euro), rispetto ai 162 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. I fondi obbligazionari e i fondi comuni monetari hanno invece registrato forti deflussi netti (rispettivamente 50 miliardi di euro e 119 miliardi di euro). I fondi di reddito fisso virano in negativo dopo che lo scorso anno erano stati in positivo per 47 miliardi, mentre i fondi monetari non cambiano la propria posizione, essendo in negativo anche nel primo trimestre del 2021 a -73 miliardi. I fondi multi-asset hanno registrato vendite nette robuste (56 miliardi di euro), rispetto ai 29 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno scorso.

 

Assolutamente invariato il flusso di ETF che nel primo trimestre del 2022 registrano flussi per 43 miliardi, in lieve calo rispetto ai 48 miliardi del primo trimestre del 2021.