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Fondi in Europa: in calo la domanda

9/9/2022 | Marcella Persola

Dal reporto di EFAMA emerge che i fondi azionari sono protagonisti del primo deflusso da marzo 2020, segno che l'incertezza...


Cala la domanda di fondi da parte delle famiglie europee nel secondo trimestre dell’anno. E’ questo uno degli elementi che emerge dal report generale di EFAMA, l’associazione europea dei fondi comuni, che ha fotografa l’andamento dell’industria nel Vecchio Continente.

 

Relativamente al secondo trimestre dell’anno emerge che la raccolta globale di Ucits e AIF resta negativa con -111miliardi, rispetto ai -109 miliardi del primo trimestre dell’anno. Se guardiamo solo agli Ucits si evidenzia che il dato è passato da deflussi di 90 miliardi del primo trimestre ai 98 miliardi del secondo. In particolare gli OICVM a lungo termine hanno subito un'inversione di tendenza nelle vendite nette, passando da afflussi netti di 29 miliardi di euro nel primo trimestre 2022 a deflussi netti di 82 miliardi di euro nel secondo trimestre 2022.

 

Stessa fotografia sui fondi azionari che erano in terreno positivo per la raccolta (+24 miliardi) nel primo trimestre e ora sono passati in terreno negativo (-17 miliardi). Si tratta del primo deflusso dai fondi che investono sulle azioni dal primo trimestre del 2020. Per quanto riguarda invece i fondi obbligazionari continua il segno rosso. I deflussi netti sono aumentati a 63 miliardi di euro dai 50 miliardi di miliardi del primo trimestre, a causa dell'aumento dei tassi d'inflazione e dello spostamento dell'orientamento della politica monetaria verso tassi d'interesse più elevati. Mentre i fondi del mercato monetario OICVM hanno subito deflussi netti molto più bassi rispetto al primo trimestre 2022 (16 miliardi di euro, rispetto a 119 miliardi di euro).

 

Il patrimonio netto degli OICVM è diminuito del 7,9% per il secondo trimestre consecutivo, con deflussi netti di 98 miliardi di euro, principalmente a causa del forte calo dei mercati azionari globali.

 

Bernard Delbecque, direttore senior per l'economia e la ricerca di EFAMA, ha commentato: "L'aumento dell'inflazione, l'inasprimento della politica monetaria, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e i conseguenti rischi per la crescita economica hanno contribuito a far sì che le vendite nette di OICVM a lungo termine diventassero negative nel secondo trimestre del 2022, per un valore di 82 miliardi di euro. Questo dato rappresenta solo lo 0,7% del patrimonio totale, a dimostrazione del fatto che gli investitori appaiono resilienti di fronte al grado eccezionalmente elevato di incertezza che circonda l'economia globale”.

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