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EFPA Italia: obiettivo 6.000 certificati entro metà 2018

10/12/2017

Il presidente Mario Ambrosi nel discorso di apertura dell'EFPA Meeting 2017 ha ricordato la figura di Aldo Varenna cui sarà intitolata una ricerca di settore a livello europeo in 12 paesi


EFPA Italia punta a quota 6.000 certificati entro la prima metà del 2018 e si pone come ente centrale per la formazione e lo sviluppo dei consulenti finanziari italiani. A illustrare gli obiettivi della fondazione, nata nel 2002 per volontà dell'Anasf (socio unico) e parte di un'associazione europea senza scopo di lucro presente in 10 paesi che ha certificato nel corso degli anni 25.000 professionisti, è Mario Ambrosi (nella foto), presidente di Efpa Italia, nel discorso di apertura della decima edizione dell'EFPA Meeting, questa volta incentrata sul tema della sostenibilità degli investimenti. La kermesse quest'anno si tiene al Lido di Venezia. Ambrosi, che ha assunto il ruolo di presidente a inizio anno, a seguito della scomparsa di Aldo Varenna, l'ex presidente dell'associazione e rappresentante di Anasf in seno alla Fecif (l'associazione europea dei consulenti finanziari), gioca in casa: è veneto di Padova, la stessa città del segretario generale, Luciano Liccardo.

Alla folta platea di consulenti finanziari, giunti da tutta Italia e accolti all'interno della suggestiva cornice del Palazzo del Cinema, il presidente Ambrosi, dopo i consueti saluti al mondo delle istituzioni e delle associazioni presenti in sala - Marco Tofanelli, segretario di Assoreti, Carla Rabitti Bedogni e Joe Capobianco, rispettivamente presidente e direttore generale di Ocf, e Maurizio Bufi, presidente Anasf, presente solo in mattinata (se ne va all'ora di pranzo per presenziare alla laurea del figlio) - ricorda la figura di Varenna: "Aldo parlava del futuro della professione, percorrendo lui per primo la strada che descriveva nei suoi scritti. I suoi articoli anticipavano tempi e tendenze: è stato uno dei consulenti italiani più capaci per il suo modo di vivere la professione e la vita associativa".

E proprio a Varenna è stata intitolata una ricerca sul settore a livello europeo in 12 paesi, in collaborazione con GfK, che avrà una cadenza biennale e i cui primi risultati saranno illustrati nel corso dell'edizione di quest'anno dell'EFPA Meeting. Parlando della nuova direttiva europea sui mercati finanziari, Ambrosi dice che la MiFID 2 (la direttiva che entrerà in vigore il 3 gennaio 2018), sarà un'occasione per migliorare la formazione di tutti i professionisti e che l'obiettivo è arrivare a 6.000 certificati entro il primo semestre del prossimo anno (a fine settembre erano 5.092). "Ancora prima delle due MiFID, le certificazioni EFPA erano già più complete rispetto a quanto richiesto dalle due direttive e le nuove certificazioni sono oggi il benchmark per tutti gli enti di certificazione nel settore della consulenza finanziaria" aggiunge Ambrosi.

"L'Italia - spiega - è la patria di grandi e piccoli risparmiatori e nei prossimi anni ci sarà sempre più bisogno di consulenti preparati, anche perché, come ha evidenziato una recente ricerca di PwC, le masse affidate ai consulenti finanziari sono raddoppiate dal 2011 a oggi e tendereanno a raddoppiare ulteriormente nei prossimi anni: la sfida è intercettare queti patrimoni e il certificato EFPA costituisce un tassello importante per il marketing personale, anche perché i consulenti finanziari saranno sempre più divulgatori di formazione finanziaria". Maurizio Bufi, in un'intervista video, sottolinea il ruolo centrale di EFPA sul versante della formazione dei professionisti e ricorda che "sulla qualità del servizio ci giocheremo molto per essere riconoscibili sul mercato".

Anche Josep Soler-Albertì, presidente di EFPA Europa, nella prima parte del suo intervento parla di Aldo Varenna: "Sentiamo la sua mancanza, come amico, come persona, come professionista e presidente di Efpa Italia e vice presidente di EFPA Europa". Quanto alla MiFID 2, Soler-Albertì dice che "non è un ostacolo, ma un trampolino di lancio verso un servizio di consulenza più trasparente e efficace" in uno scenario che vede "una crescente domanda di consulenza" e una "clientela sempre più esigente sul fronte dei costi sia sul fronte dei servizi di advisory sia della gestione attiva, che deve essere in grado di far comprendere il proprio valore per evitare fughe di massa verso la gestione passiva".

"Non dobbiamo temere i robo-advisor e anzi dobbiamo estendere la certificazione di qualità anche per questi strumenti e anche al canale retail, per evitare che in futuro si allarghi l'advice gap tra i clienti allo sportello e i clienti serviti dai consulenti finanziari e private banker" conclude il presidente.

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