Da Efpa Italia Meeting 2019 arrivano due buone notizie: una per i consulenti; l'altra per le reti, che da sempre temono l'apertura di Ocf alle persone giuridiche tra i consulenti abilitati all'offerta fuori sede. Dunque, i consulenti finanziari. Partiamo da loro, perché possono dormire notti tranquille questa estate: “Le rendicontazioni ai clienti saranno spedite dopo la prima metà di agosto”. Se ne riparlerà a settembre? Forse. “Comunque vi assicuro che una volta spedite non succederà niente. Rimarrà tutto come prima. Perché poi, chiediamolo ai consulenti in sala: è cambiato qualcosa dopo l'introduzione della MiFID II nella relazione con i vostri clienti? No, non è cambiato niente”. Ad anticipare alla folta sala raccolta all'Auditorium del Lingotto di Torino per la dodicesima edizione di Efpa Italia Meeting quella che è forse la notizia più attesa delle ultime settimane è stato Massimo Arrighi (nella foto), consulente di AT Kearney e decano del settore; tra gli ultimi incarichi di rilievo, ricordiamo quello di amministratore delegato di Banca Fideuram, prima di Matteo Colafrancesco.

Ma non è la sola provocazione con cui Arrighi - a Torino giocava in casa (è stato non solo un dipendente del gruppo Intesa Sanpaolo, ma nella città sabauda ha anche studiato) - è riuscito a scaldare la platea di professionisti arrivati, come di consueto, da tutta Italia. Arrighi rispondeva a Marco Deroma, il presidente di Efpa Italia, che nel suo intervento di apertura, ha ricordato che “l'introduzione della MiFID II ha costretto la categoria ad affrontare due criticità, il tema della competenza e la trasparenza sui costi nelle rendicontazioni” e che “i professionisti certificati a oggi sono 6.013, mentre l'obiettivo è arrivare a 8.000 entro la fine del mio mandato”.

Prima dello "show" sulle rendicontazioni, l'ex ad di Banca Fideuram si era lanciato in altri due numeri: il primo sui robo advisor, "che sono morti ancor prima di nascere"; il secondo sull'Anasf, l'associazione che ha dato vita nel 2002 alla Fondazione Efpa Italia, parlando dei team di consulenti finanziari: una "soluzione semplice" per spingere i consulenti ad operare secondo questa modalità "non sono le società" - ha detto Arrighi - ma una sorta di split payment per le fee, un sistema già utilizzato negli USA. Chissà cosa ha pensato Maurizio Bufi, il presidente Anasf, che si è speso in prima persona per inserire la persona giuridica in una proposta di legge scritta da Giulio Centemero della Lega? E chissà cosa ha pensato Marco Tofanelli, segretario di Assoreti? Entrambi erano presenti all'Auditorium.

"In Merrill Lynch e Morgan Stanley i clienti più facoltosi vengono seguiti da team di consulenti che, come in Italia, sono tied agent e dipendono da una mandante" ha detto Arrighi, raccontando di un suo recente viaggio negli States. Là conobbe "un marcantonio" che "da solo gestiva un patrimonio da un miliardo" ("one billion" ha detto Arrighi scimmiottando l'inglese parlato dagli yankee). "Una volta per andare da un cliente facoltoso a proporre investimenti alternativi si sono presentati in tre: lui (il marcantonio, ndr) e altri due colleghi esperti in materie fiscali e in private equity". E sapete come hanno risolto la questione delle fee? "Spedendo una mail alla mandante per chiedere lo split delle commissioni, ma solo per questo cliente" ha aggiuto Arrighi.

Tornando alle rendicontazioni, Arrighi ha concluso ricordando che se un grande player internazionale si affacciasse sul mercato italiano, proponendo un'offerta modulare (fee only solo per i clienti private) in stile Charles Swab, non avrebbe difficoltà ad arrivare all'8-10% del mercato, che su circa 1.000 miliardi di euro, vuol dire raggiungere circa 100 miliardi di euro di masse. In questo caso, secondo l'esperto, un tale player, grande quasi quanto Fideuram, potrebbe rivoluzionare il mercato costringendo le altre reti a rimodulare l'offerta. A buon intenditor...