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Fee only e vigilanza, quali rischi per gli investitori?

3/1/2017 | Redazione Advisor

Lo abbiamo chiesto a Luca Mainò, membro del Consiglio Direttivo NAFOP, che guardando ai futuri numeri dei consulenti autonomi, afferma...


Recentemente l’Organismo di Vigilanza e Tenuta dell'albo unico dei Consulenti Finanziari ha dato il via a un primo tavolo tecnico per il futuro esercizio delle funzioni di vigilanza che, con le nuove disposizioni, saranno trasferite dalla Consob all’OCF stesso. L’obiettivo del tavolo tecnico è quello di prevenire e rilevare condotte non corrette da parte dei consulenti finanziari autonomi. 

 

Ma nel caso di un cliente servito da un professionista fee only quali sono i potenziali rischi? Lo abbiamo chiesto a Luca Mainò, membro del Consiglio Direttivo NAFOP, associazione che da dieci anni riunisce consulenti indipendenti e società di consulenza fee only (www.nafop.org), e la risposta non lascia spazio a interpretazioni.

 

“Analizzando le fattispecie nelle quali i clienti hanno subito delle perdite, si vede come la maggior parte dei casi riguardi furti di denaro: sia nel caso in cui un sedicente consulente abbia agito attraverso l’home banking del cliente o che si sia fatto letteralmente consegnare denaro o mezzi di pagamento sempre dal cliente stesso” spiega subito Mainò. “In secondo luogo, si registrano situazioni in cui il cliente ha sottoscritto ad esempio obbligazioni subordinate, azioni bancarie non quotate ed altri investimenti illiquidi che hanno pressoché azzerato il proprio valore: si potrebbe parlare in questo caso di raccomandazioni non adeguate”.

 

“A questo" continua il membro del Consiglio Direttivo NAFOP "si possono aggiungere casi di prodotti non trasparenti o con marcate 'anomalie', come alcuni contratti derivati strutturati speculativi venduti alle aziende, alcuni contratti di leasing con indicizzazioni 'errate', oppure alcuni conti correnti con tassi a debito per il cliente oltre il tasso soglia e via dicendo”.   

 

Ma attenzione “noi consulenti indipendenti e società di consulenza fee only riteniamo di aver risolto il problema alla radice non toccando il denaro del cliente che rimane presso la sua banca o altro intermediario" chiosa Mainò. "Essendo remunerati solo dal cliente, CFI e SCF non devono mediare tra il suo interesse e quello di altri soggetti; i CFI e le SCF ad esempio non hanno bisogno di far rischiare il proprio cliente per guadagnare di più in quanto la parcella è generalmente un importo fisso concordato ex-ante, alla firma del contratto di consulenza e dipende anche dal tempo che viene dedicato all’investitore. Quest’ultimo spesso non richiede informazioni solamente su asset allocation e strumenti di investimento, ma anche su pianificazione previdenziale, assicurativa e su come raggiungere gli obiettivi di vita della propria famiglia attraverso la corretta gestione dei propri asset. Il consulente indipendente secondo NAFOP non è legato all’andamento dei mercati, ma con il processo di fee only financial planning aiuta l’investitore ad avere il controllo completo della propria ricchezza, disponibile e liquidabile in ogni momento per essere allocata in funzione di obiettivi, esigenze ed anche imprevisti”.  

 

Insomma non perdiamo di vista quella che deve essere la caratteristica principale dei fee only: essere remunerati direttamente dal cliente. E per questo Luca Mainò, che come altri auspica che nel 2018 vi sia la partenza del nuovo Albo, ricorda agli ex-promotori finanziari (oggi ‘consulenti abilitati all'offerta fuori sede’) e ai bancari che "potranno scegliere tra una remunerazione a provvigioni o il modello fee offset, cioè con lo 'sconto' delle commissioni dalla parcella". Ma ricorda anche che  "ci sarà una terza possibilità, una via d’uscita dal mondo del collocamento: operare in modo svincolato dalla distribuzione e richiedere l’iscrizione nelle sezioni dell’albo dedicate ai CFI, se singoli professionisti, oppure alle SCF, in caso di srl o spa". 

 

Un'ipotesi che sembra già essere stata presa in considerazione da un numero significativo di professionisti:  "da stime NAFOP" conclude Mainò "esistono almeno il doppio dei 1.500 “fee only” manifestatisi nella rilevazione dell’OCF di fine 2016. Delle oltre 50.000 persone iscritte all’attuale Albo, secondo NAFOP almeno il 10% potrebbe avere interesse ad avvicinarsi alla consulenza indipendente".

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