Ancora un paio d’anni fa, al parlare di socially responsible investing (SRI), una reazione piuttosto diffusa tra gli operatori italiani della finanza, era quella di rimandare la questione “alla Chiesa”. In altri Paesi, principalmente quelli anglosassoni, si andava sviluppando un modello di filiera impostato sui criteri environmental, social e governance (ESG), mentre in Italia questo approccio restava di nicchia, al punto che diverse case prodotto, che pure avevano fior di proposte ESG, preferivano nasconderne l’identità “re sponsabile” per timore di fraintendimenti. Negli ultimi anni, però, si è registrato un primo importante momento di discontinuità: si è iniziato a superare l’antica associazione che lo SRI equivalesse all’originaria finanza etica (charity e devoluzioni), e in molti hanno iniziato a parlarne come possibile ambito di business. Cosa potrà accadere nel prossimo futuro? Lo racconteremo quotidianamente in questa nuova sezione di Advisoronline.it: Atlante SRI.