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Risparmio: il paradosso dell'educazione finanziaria

4/18/2013 | Roberto Abate

Gaetano Megale (Progetica) avverte: se fatta male, può indurre i risparmiatori a effettuare investimenti sbagliati


Educazione finanziaria? Sì, in Italia è necessaria, purché sia fatta bene e "certificata". Altrimenti potrebbe rivelarsi un boomerang per i risparmiatori. Ne è sicuro Gaetano Megale, presidente di Progetica, che al Salone del Risparmio 2013 ha presentato il progetto "Azione 44”, realizzato da un partenariato composto dalla stessa Progetica assieme all’Assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano, all’Università Cattolica del Sacro Cuore e all’UNI - Ente nazionale di unificazione.

"L'educazione finanziaria fatta male - spiega Megale - può essere dannosa perché il risparmiatore potrebbe convincersi di essere un esperto, quando invece non lo è affatto, spingendolo ad effettuare scelte di cui poi potrebbe in seguito pentirsi". E' il caso, insomma, del "fai da te" sempre più dilagante, soprattutto con la diffusione delle piattaforme di fondi online, anche in un paese come l'Italia che mostra ancora oggi livelli di cultura finanziaria molto bassi (è l'ultimo paese nel G8). Ecco perché, secondo Megale, anche nel nostro Paese è utile (se non necessaria) l'introduzione e lo sviluppo di progetti di educazione finanziaria pubblica, sul modello dei "money advice service" disponibili nel Regno Unito.

E anche per questo è nato il progetto Azione 44, un servizio di educazione finanziaria assicurativa e previdenziale rivolto gratuitamente ai cittadini milanesi, il cui obiettivo è quello di aiutare a rispondere alle domande quotidiane relative al proprio bilancio familiare e a prevenire i rischi finanziari, assicurativi, previdenziali e di indebitamento. Del resto che il tema dell'educazione finanziaria sia attuale, lo dimostrano anche i recenti cambiamenti sul fronte previdenziale. "Il welfare deve cambiare e ampliarsi: deve essere in grado di assistere, ma anche di proteggere dai rischi e di cogliere le opportunità offerte dal mercato", ha aggiunto Andrea Bonanomi dell'Università Cattolica.

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