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Enasarco e società di consulenza sul tavolo Anasf

10/20/2014 | Francesco D'Arco

Dimenticate gli studi professionali e gli studi associati quando si parla di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). E sul fronte Enasarco e nuovo statuto, Maurizio Bufi dice no all'art. 13, che...


Dimenticate gli studi professionali e gli studi associati. Quando si parla di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) l'unica strada perseguibile è quella delle società tra consulenti. Una strada che può essere perseguita in maniera rapida semplicemente implementando la Mifid 2. Sono questi i messaggi lanciati da Maurizio Bufi, presidente Anasf, che senza giri di parole avverte: "gli studi professionali e gli studi associati sono tipologie tipiche delle libere professioni e mal si adattano alla logica del mandato tipica dei  consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)".

Per questo motivo il presidente Anasf, intervistato da AdvisorOnline, invita tutti a concentrare gli sforzi sul concetto di persona giuridica "contenuto nella normativa europea, Mifid e Mifid 2, che ha già delineato la strada per l'implementazione nei vari paesi delle società tra consulenti. Società che, una volta costituite, potrebbero ricevere un mandato dalle reti e consentire quindi un nuovo sviluppo della professione". Oltre che favorire la gestione del delicato tema del passaggio generazionale all'interno della promozione finanziaria. “E’ importante” continua Bufi “che venga creato anche in Italia un ordinamento in grado di favorire un nuovo sviluppo per una professione che purtroppo ancora deve fare i conti con delle ‘storture’ regolamentari".

 

Quanto all'annosa questione dei contributi versati ad Enasarco ed alla presentazione del nuovo statuto dell'ente, secondo il presidente Anasf esso parte da "principi condivisibili ma presenta ancora degli elementi di criticità". A riguardo il presidente dell'associazione dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) apprezza le "linee guida, peraltro attese e richieste a gran voce da tempo, che non possono non essere condivisibili, seppur con riserva". In particolare Bufi promuove la scelta di aver previsto un'elezione diretta degli organi sociali e una maggiore trasparenza in termini di gestione degli investimenti che, una volta approvato lo statuto, dovranno essere caratterizzati da una "sana e corretta gestione prudenziale". Ben vengano anche i "requisiti di onorabilità per le cariche direttive" spiega il presidente Anasf che, però, avverte: "nonostante ciò, ci sono delle evidenti anomalie, che ci preoccupano". Su tutte Bufi punta il dito sulle modalità elettive previste dall'art. 13 del nuovo statuto proposto da Enasarco che "propongono eventuali sbarramenti solo a determinati soggetti, quando invece tale modalità - se adottata - dovrebbe riguardare tutti coloro che intendono partecipare alla competizione elettorale, in una corretta ed efficiente logica di “contendibilità”.

Ma Bufi critica anche un altro elemento che, secondo il presidente Anasf, potrebbe nascondere delle storture. "Lo statuto rimanda al regolamento elettorale di cui, però, non c'è ancora traccia. Questo documento è fondamentale ed è importante conoscerne i dettagli per potere giudicare e condividere il nuovo statuto". 

Una non trasparenza che ha l'aria di una nuova imposizione. Così come sembra evidente nel nuovo statuto Enasarco l'intenzione di voler ampliare la base contributiva e inglobare nuovi professionisti. "Un passaggio stridente dello statuto riguarda la tutela previdenziale integrativa come obbligatoria. Non è efficace dal momento che per definizione la tutela previdenziale è facoltativa" spiega Bufi. "Attribuire a Enasarco un elemento di obbligatorietà non è condivisibile" conclude il presidente Anasf  "chiediamo, quindi, un ruolo attivo da parte del ministero del lavoro su questo tema. Apriamo se necessario un tavolo di confronto finalmente dove questi aspetti possano essere evidenziati. Serve un ruolo attivo da parte del ministero che è vigilante. E, da parte nostra, c'è disponibilità a trovare spazi per tutti, poi ce la giochiamo tranquillamente".

 
 

 

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