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5/11/2015
Investimenti nel debito subordinato di banche e assicurazioni e su titoli corporate ibridi possono offrire all'investitore rendimenti attraenti in un ambiente di tassi bassi e con un minor grado di rischio rispetto all'acquisto di titoli high yield. "Ci concentriamo sulle emissioni e non sugli emittenti, anche perché investiamo solo in società IG, quindi, più sicure. E in genere in questo segmento i default sono pochi e per estensione sono meno rischiose anche le emissioni junior" spiega ad AdvisorOnline.it, Gregoire Mivelaz, co - gestore del fondo GAM Star Credit Opportunities assieme a Anthony Smouha, ceo di Atlanticomnium, la casa di investimento della famiglia Smouha che gestisce fondi obbligazionari per conto di GAM dal 1985.
"Costruiamo il portafoglio - prosegue - attraverso un processo bottom - up. Una volta individuati gli emittenti, andiamo a valutare i vari bond emessi. Le società, infatti, possono emettere diverse tipologie di bond per obiettivi più disparati, che vanno dal semplice finanziamento al rafforzamento del capitale. Tra tutte le obbligazioni emesse da una società, c'è più valore nelle emissioni junior, da cui scegliamo però solo quelle con un migliore rapporto rischio - rendimento".
La caccia ai guadagni più allettanti nell'universo dei titoli subordinati, però, nasconde non poche insidie. Non è facile per un investitore, infatti, muoversi in questo segmento anche perché bisogna avere una particolare expertise nella lettura dei prospetti, per capire quanto e in che modo siano (in via legale) favorevoli o sfavorevoli ai sottoscrittori. Che ci sia valore nell'universo subordinato, per il gestore è fuori di dubbio: basti considerare, ad esempio, lo spread tra una serie di emissioni junior e quella senior di HSBC (maturità 2022) che può andare da 150 a 400 punti base.
“Il nostro obiettivo - sottolinea Mivelaz - non è fare trading, comprando a poco e vendendo a molto, ma siamo alla ricerca di titoli di qualità in grado di garantire un buon flusso cedolare”. Il team è particolarmente attento a questo aspetto, anche perché ogni anno parte della performance è sostenuta dalle cedole, che lo scorso anno hanno fatto portare a casa ogni trimestre un income compreso tra l'1,3 e l',1,6%, pari a un rendimento “garantito” a prescindere dall'andamento del mercato obbligazionario di circa il 4,5% in un anno.
Quanto all'attuale posizionamento, il team di gestione del fondo è strutturalmente rialzista sul mercato del debito subordinato, un mecato che in Europa vale 400 miliardi di euro, soprattutto sul debito di società finanziarie ben capitalizzate (verso cui è esposto circa il 70% del portafoglio). “Per trarre beneficio da questo trend preferiamo investire in titoli legacy Tier 1 e Tier 2, mentre cerchiamo di limitare la nostra esposizione al nuovo tipo di coco (attualmente 8,4% del portafoglio)”. Il fondo, infine, dovrebbe beneficiare del costo delle azioni, che dovrebbe rimanere alto ancora per molto tempo (lo spread del debito subordinato è connesso all'andamento dell'equity), continuando così a generare un buon income.
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