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I fondi hedge tengono nella turbolenza

2/17/2016 | Stefania Pescarmona

In un inizio 2016 fortemente negativo, il Lyxor Hedge Fund Index ha ceduto a gennaio lo 0,9%. Cinque strategie su 11 hanno chiuso in territorio positivo


In un 2016 caratterizzato da forti turbolenze, il Lyxor Hedge Fund Index ha chiuso il mese di gennaio in calo dello 0,9%. Considerando però l'andamento negativo dei mercati, la performance, anche se di segno meno, indica una tenuta del comparto degli hedge fund.

 

Non tutti i sottoindici sono scesi. Cinque su 11 sono, infatti, riusciti ad archiviare il mese in territorio positivo. In pole position si è classificato il Lyxor CTA Long Term Index, che è salito del 2,2%, grazie all'esposizione corta alle materie prime e lunga all'obbligazionario. In seconda e terza posizione si sono invece piazzati il Lyxor Global Macro Index e il Lyxor Fixed Income Arbitrage Index, che hanno registrato incrementi rispettivamente dello 0,74 e dello 0,69%, approfittando delle opportunità monetarie relative e tattiche. Gli altri due sottoindici che hanno riportato risultati con il segno più sono stati poi il Lyxor Credit Strategies Index, che è aumentato dello 0,22%, e il Lyxor CTA Short Term Index, salito dello 0,01% (quindi praticamente stabile).

 

I peggiori sono risultati essere i fondi L/S Equity con orientamento long e Special Situations che, penalizzati nella componente beta, hanno perso rispettivamente il 3,82% e il 4,82%. Le altre strategie hanno generato, invece, rendimenti piatti o lievemente negativi: così i prezzi delle operazioni di M&A e i rendimenti dei fondi Merger Arbitrage sono rimasti ragionevolmente indenni dalle turbolenze dei mercati, mentre il recupero dei prezzi del petrolio ha alleviato le tensioni sulle strategie L/S Credit, i cui fondi, a fine mese, hanno iniziato a perseguire nuove opportunità, investendo anche in titoli di Stato a lunga scadenza.

 

Quando alle strategie da adottare, Jean-Baptiste Berthon, senior cross asset strategist presso Lyxor AM, ha dichiarato: “Anche se i mercati sembrano scontare pienamente una crescita globale sottotono, l'accumularsi dei rischi al ribasso ci induce a confermare la nostra preferenza per gli stili relative value, tattici e macro, che dovrebbero sovraperformare le strategie più direzionali”.

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