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BlackRock: quali fattori muovono l'azionario USA?

2/20/2017

La recente pubblicazione del Factor Outlook trimestrale delinea le prospettive dell'asset manager sugli investimenti fattoriali relativi all’azionario USA


Per il secondo trimestre consecutivo il fattore value è stato il più performante nel quarto trimestre, sovraperformando l'indice S&P 500 del 4,14%. Nel quarto trimestre i fondi value hanno registrato afflussi netti positivi per circa 1 miliardo di dollari, pari al 55% dei flussi complessivi degli ETF che investono nei singoli fattori di premio.

 

La recente pubblicazione del Factor Outlook trimestrale di BlackRock delinea le prospettive dell’asset manager sugli investimenti fattoriali relativi all’azionario statunitense. Quality, momentum, value, size e minimum volatility sono stati storicamente gli indicatori che hanno influenzato i rendimenti per le diverse asset class. Poichè i differenti fattori di premio sono guidati da differenti motivazioni economiche, essi hanno la tendenza a sovraperformare in momenti diversi. Il 2016 è iniziato con un tono decisamente negativo date le forti preoccupazioni in merito alla Cina e le prospettive poco rosee per il petrolio. Nel mese di gennaio l'indice S&P 500 è sceso del 10% e gli investitori si sono orientati verso fattori più difensivi come minimum volatility e quality. A metà febbraio abbiamo assistito ad un rapido cambiamento del sentiment di mercato, con il petrolio ai minimi e un ulteriore allentamento della politica della Fed che hanno incrementato il rischio tra le diverse asset class. Durante questo rally, ci sono stati elevati volumi di negoziazione per i fattori size e value, che si sono poi contratti alla luce di una maggiore cautela degli investitori in attesa del voto relativo alla Brexit. Il trend si è nuovamente invertito a fine estate sull’onda di evidenze di una crescita economica più forte. Le aspettative di una minore regolamentazione e un maggiore stimolo fiscale hanno trainato gli elevati rendimenti nei settori IT, finanziario e sanitario in particolare. In questo contesto c'è stata una significativa rotazione dalle strategie minimum volatility a quelle value. Il fattore value ha avuto una ripresa impressionante, dopo diversi anni di sotto-performance, mentre il minimum volatility ha perso i guadagni conseguiti nella più cauta prima metà dell'anno.

 

Il contesto attuale suggerisce che i fattori più esposti al rischio potrebbero avere maggiori opportunità di ritorni incrementali nel breve termine rispetto agli indicatori minimum volatility. I rendimenti a 12 mesi dei fattori minimum volatility presentano un andamento più ciclico, tipico delle strategie a singolo fattore. I ritorni degli ultimi 5 anni degli strumenti minimum volatility sono inferiori a quello del mercato di riferimento. Tuttavia, si conferma la validità dei benefici di una allocazione minimum volatility di lungo periodo come parte dell’esposizione azionaria core.

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