Banca Mediolanum ha chiuso il 2016 con un utile netto di 394 milioni di euro in calo del 10% dai 438,6 milioni nel 2015. Diminuiscono anche i ricavi a 1,6 miliardi di euro dai 1,7 miliardi registrati nell’anno precedente. In particolare, a dimuuire sono state le commissioni di sottoscrizione fondi, passate da 101 milioni nel 2015 a 70 milioni nel 2016, e le commissioni di performance, calate di oltre 100 milioni (da 326 milioni a 236 milioni). Le commissioni di gestione sono aumentate da 815 milioni nel 2015 a 849 milioni nel 2016.

I costi si sono mantenuti sostanzialmente stabili a 1,1 miliardi di euro. Il totale delle masse gestite e amministrate nel periodo è aumentato a 77,85 miliardi di euro, in crescita del 10% rispetto alla fine del 2015. Il Common Equity Tier 1 Ratio (CET1) pro-forma al 31 dicembre 2016 è pari a 20,0%. Più nel dettaglio, relativamente alle attività in Italia attraverso Banca Mediolanum, la raccolta netta è stata positiva per 5,6 miliardi di euro, spinta dalla raccolta netta in fondi, che include quella realizzata attraverso le polizze unit-linked, si è attestata a 3,6 miliardi di euro.

Gli impieghi alla clientela retail hanno raggiunto 6,8 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 31 dicembre 2015. L’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale crediti è pari allo 0,7%. Il numero di consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede (family banker) al 31 dicembre 2016 risultava pari a 4.326, mentre il totale dei clienti alla stessa data si è attestato a circa 1.180.000, in crescita del 5% rispetto al 2015. Quanto ai mercati esteri, l’utile netto è stato pari a 25,3 milioni di euro, mentre le masse gestite e amministrate delle controllate bancarie estere si sono attestate a 4,4 miliardi di euro, in crescita del 10%. Il consiglio - si legge in una nota - ha deliberato di proporre all’assemblea dei soci un saldo dividendo relativo all’utile 2016 di 0,24 euro per azione.