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Nordea AM: che ne sarà del mercato obbligazionario?

3/20/2017

Il mix tra le politiche della Fed e quelle di Trump porterà il rendimento del Treasury a 10 anni al 3%


Per Jeffrey Gundlach, ceo di DoubleLine e gestore di Nordea, il mix tra le politiche della Fed e quelle di Trump porterà il rendimento del Treasury a 10 anni al 3%. 

 

“La Fed ha fatto quello che ci si aspettava, alzando i tassi di interesse dello 0,25% e rendendo in questo modo più oneroso far fronte al costo del debito. Una situazione che potrebbe diventare difficile per gli Stati Uniti, dato che la linea politica di Donald Trump sembra orientata ad aumentare il passivo dei conti pubblici Usa”, dichiara Gundlach. “La nuova presidenza Trump ha dato agli investitori un nuovo senso di fiducia che si è reso palese dal rinnovato interesse verso l’azionario, in particolare per i titoli finanziari e industriali che hanno avuto una performance molto positiva nel periodo post-elezioni. Senza contare che il dollaro è salito ai suoi massimi da anni a questa parte, aiutato dalla crescente incertezza su quale sarà la linea commerciale del neo presidente. La misura del successo di Trump, tuttavia, potrebbe dipendere molto dall’andamento di dati macroeconomici come quelli del mercato del lavoro. Quello che sappiamo è che probabilmente le politiche del presidente Usa, orientate al supporto di infrastrutture e difesa, hanno il potenziale per incentivare la crescita nel breve termine, se condotte correttamente, ma nel lungo termine potrebbero vedere il deficit statunitense salire di oltre un trilione”.

 

Per l’esperto rimane comunque da vedere quale sarà la struttura di queste politiche commerciali e fiscali e che effetto tali iniziative avranno sull’economia. Nello specifico, il lato commerciale “rimarrà un mistero finché la linea non sarà chiaramente definita. Di sicuro, maggiori tariffe imposte sui prodotti provenienti da Cina e Messico si faranno sentire per i consumatori che le percepiranno come una tassa aggiuntiva”.

 

Se il rendimento del Treasury a 10 anni dovesse salire sopra il 3%, prosegue Gundlach, “i bond corporate ad alto rendimento potrebbero cadere in un buco nero di mancanza di liquidità”. Orizzonti poco sereni anche per l’azionario. “I titoli stanno scambiando a livelli molto elevati rispetto agli utili: il coefficiente prezzo/utile ponderato per il ciclo è prossimo ai livelli del 1929. Mi aspetto che quest’anno i profitti aumentino e che il rapporto prezzo/utile scenda”, stima l’esperto, raccomandando una minore esposizione verso i listini Usa e una maggiore diversificazione a livello globale, in particolare verso i mercati emergenti, l’India e l’indice Nikkei.

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