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6/21/2017
Intesa Sanpaolo è disposta a rilevare per "un corrispettivo simbolico" alcuni asset delle due banche venete in difficoltà, ma a patto che questo non incida sulla sua forza patrimoniale, sulla sua politica di dividendo ed escluda quindi la necessità di aumenti di capitale. È inoltre escluso l'acquisto di crediti deteriorati, in bonis ma a rischio oppure di bond subordinati. Lo scrive la banca, guidata da Carlo Messina (nella foto).
In una nota, Caì de Sass specifica che il consiglio di amministrazione nella sua riunione odierna "ha deliberato con voto unanime la disponibilità all'acquisto di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, purché a condizioni e termini che garantiscano, anche sul piano normativo e regolamentare, la totale neutralità dell'operazione rispetto al Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo". La disponibilità di Intesa Sanpaolo all'operazione "esclude pertanto aumenti di capitale".
L'operazione di acquisizione, come riporta Repubblica, avverrebbe in continuità aziendale, ma limitatamente all'attività commerciale dei due istituti e della rete. La parte dei crediti deteriorati, da circa 10 miliardi, sarebbe invece scorporata in una bad bank: i costi dell'operazione, quindi, tramite un aumento di capitale, saranno sostenuti dallo Stato e dai titolari dei bond subordinati veneti (per circa 1,2 miliardi).
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