Tempo di lettura: 1min
9/6/2017 | Davide Mosca
"La BCE non ha margine di manovra molto ampio." Alla vigilia della riunione del Consiglio Direttivo Banca centrale europea, Andrea Iannelli, investment director di Fidelity International, vaglia le opzioni a disposizione di Mario Draghi che a conti fatti non paiono essere molte. Principalmente, fa notare Iannelli, a causa dell'apprezzamento dell'euro registrato da inzio anno e dovuto anche alle aggressive dichiarazioni provenienti da Francoforte in merito alla fine del Quantitative easing e all'inizio del tapering.
"È dunque prevedibile - afferma l'investment director obbligazionario di Fidelity International - che il Consiglio Direttivo assumerà una posizione cauta per evitare un ulteriore rafforzamento della moneta unica. Un'eventuale riduzione degli acquisti nell’ambito del programma di QE sarà a nostro avviso introdotta solo a partire da gennaio 2018, con un'estensione del programma di almeno sei mesi rispetto alla scadenza prevista per il prossimo marzo."
Cosa cambierà per gli investitori? "Per quanto riguarda le valutazioni - spiega Iannelli - i titoli di Stato europei si attestano su un livello abbastanza equo, tuttavia ravvisiamo uno scarso potenziale di crescita dei rendimenti rispetto alla situazione attuale, considerando i persistenti problemi di scarsità dei titoli, soprattutto dei Bund tedeschi. Da un punto di vista più tattico - prosegue - il debito periferico ha tratto vantaggio dalla domanda di carry che si è originata nel corso dell'estate in un contesto di bassa volatilità. Nei mesi a venire, tuttavia, il rischio politico potrebbe tornare a preoccupare gli investitori penalizzando potenzialmente i titoli periferici."
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie