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Fed avvia la riduzione di bilancio: cosa pensano i gestori

9/22/2017

La decisione di liquidare il bilancio era atteso e non ha sorpreso il mercato


In un contesto forte per l’economia, con un basso livello di inflazione, la Fed ha dato inizio al suo programma di riduzione del bilancio (QT), aprendo la strada ad ulteriori misure restrittive. A ottobre verranno ceduti asset per un valore di 10 miliardi di dollari. Lo stesso ritmo sarà mantenuto in novembre e dicembre. Poi nel primo trimestre le cessioni saranno incrementate di altri 10 miliardi al mese e così via aggiungendo 10 miliardi ogni tre mesi fino a portare il bilancio della banca centrale americana dagli attuali 4.500 miliardi dollari a circa 1.000 miliardi. La decisione era attesa dagli investitori: la Fed intendeva iniziare il processo di riduzione del bilancio prima dei cambiamenti del prossimo anno nella composizione del board.

“Il risultato dell'ultimo meeting della FOMC è in linea con le nostre aspettative. La decisione di liquidare il bilancio era atteso e non ha sorpreso il mercato. Le previsioni sui tassi di interesse confermano nuovamente l'intenzione della commissione di aumentarli ancora una volta quest'anno e per tre volte ancora nel 2018. Inoltre, ed è questa la notizia principale della scorsa notte, il FOMC non sembra essere più particolarmente preoccupato riguardo il basso livello dell'inflazione, parlando di effetti transitori e credendo ancora a un graduale ritorno dell'inflazione al 2%. Le previsioni economiche sono state riviste al rialzo (crescita del 2017 attesa al 2,4 rispetto al 2,2 precedente) e la proiezione del valore medio relativo alla disoccupazione per il 2018-2019 è stata ridotta di un decimo al 4,1%” dice François Rimeu, head of Cross Asset & Total Return di La Française.

Yellen, ha confermato che continuerà il rialzo graduale dei tassi di interesse: per il momento il costo del denaro resta invariato tra 1 e 1,25% e il prossimo ritocco all’insù è atteso (il terzo del 2017) è atteso a dicembre. “Il contesto economico solido e le condizioni finanziarie favorevoli aiutano la Banca Centrale ad avere fiducia nel fatto che il mercato sarà in grado di gestire l’emissione straordinaria di obbligazioni” spiega Nicholas Wall, gestore del fondo Old Mutual Strategic Absolute Return Bond, Old Mutual Global Investors. “Le politiche della Fed di avvio – prosegue - e di uscita dalle misure straordinarie saranno asimmetriche per natura. In ingresso, la politica della Fed era stata uno shock e aveva stupito, visto che cercava di prevenire una Grande Depressione 2.0. In uscita invece vorrebbe essere prevedibile e paziente per non ostacolare i mercati, soprattutto con la Fed stessa che si trova nel mirino della politica”.

Di conseguenza, secondo il gestore, mentre l’inflazione rimane a un livello basso, la Fed può concedersi il lusso di essere paziente, così come la maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati. Secondo Marzotto SIM, invece, le banche centrali sono sempre meno convinte rispetto al passato su cosa fare. “La ragione di questa indecisione – si legge in una nota - risiede nell’inflazione che non riesce a raggiungere i livelli desiderati. In merito a ciò riteniamo che cambiamenti strutturali nell’economia globale come il massiccio uso di tecnologia e robotica unita a una deflazione salariale posa aver stabilizzato l’inflazione a livelli più bassi rispetto al desiderata del 2% che riflette un mondo che non esiste più. In tale contesto la FED è maggiormente avvantaggiata nel perseguire una politica di rialzi dei tassi rispetto alla Bce in quanto la prima ha anche il mandato di contenere il mercato del lavoro che invece sta andando molto bene. In riferimento alle diverse classi di attivo, continuiamo a ritenere che il dollaro sia sottovalutato rispetto all’euro e che questo gap possa chiudersi nei prossimi trimestre".

E mentre ci avviamo verso l’ultimo trimestre del 2017, cosa dobbiamo aspettarci da adesso in poi? “Gli investitori sono preparati a un processo di normalizzazione incredibilmente lento. A partire dai bassi tassi, essi possono considerare la normalizzazione come una conferma che il processo di crescita stia continuando. I bond non riescono a fare concorrenza alle azioni, con i Treasury a 10 anni al 2,20%. Il livello delle azioni, anche a queste valutazioni, potrebbe non salire fino a quando i tassi non superino i 50-100 punti base. Sono scettico anche su un dollaro più debole. La Fed si sta dimostrando più resiliente, mentre l'agenda di Trump si prepara a essere rinnovata” sottolinea David Lafferty, chief market strategist di Natixis Global Asset Management.

“Con la Fed che sta preparando il terreno per una normalizzazione della politica monetaria a livello globale, tutti gli occhi sono puntati sui tassi di interesse. A questo proposito, è giusto sottolineare il vantaggio competitivo delle obbligazioni convertibili, caratterizzato in particolare dalla minor sensibilità alla volatilità dei tassi rispetto alle obbligazioni tradizionali con una duration simile” spiega Nicolas Delrue, capo investimenti del team bond convertibili di Union Bancaire Privée - UBP 

Passando all'Europa, negli ultimi anni, le politiche monetarie accomodanti sono state un importante fattore di supporto per i prezzi degli asset. "Non tutte le azioni ne hanno beneficiato allo stesso modo. In Europa sono cresciuti e hanno acquisito valutazioni superiori soprattutto i titoli difensivi e a bassa volatilità. Ora che l’espansione monetaria sta rallentando e le banche centrali si preparano a restringere i propri bilanci, queste anomalie nelle valutazioni probabilmente si attenueranno nel corso dei prossimi anni” sottoliena Manu Vandenbulck, gestore azionario value di NN Investment Partners.

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