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Elezioni in Italia: ecco le possibili coalizioni "gradite" agli investitori

3/5/2018

L'esito elettorale di un Parlamento in stallo è una storia familiare per l’Italia, ma i fondi di investimento dicono già no a una coalizione anti euro...


L’Italia della Terza Repubblica, dominata da M5S e Lega, torna paradossalmente a uno scenario da Prima Repubblica. L'esito elettorale di un Parlamento “appeso” è una storia familiare per l’Italia ed è un risultato che estende la crescente frammentazione politica e l’incertezza tra i governi nazionali della Ue. Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord hanno entrambi ricevuto ottimi risultati, mentre il Pd e Forza Italia di Berlusconi hanno sofferto. Né i Cinque Stelle né la coalizione di centrodestra possono governare da soli ed è assai probabile che la futura amministrazione sarà guidata da almeno uno dei due partiti fortemente critici con Bruxelles, appunto M5S e Lega.

Come accaduto nel voto dei britannici per l’uscita del paese dalla Ue (Brexit), gli esperti di Nomura fanno notare come i sondaggisti abbiano anche questa volta sottostimato l’appeal sugli elettori dei partiti anti-establishment [vedi grafico sotto]. Non a caso i principali partiti (Pd e Forza Italia) hanno ottenuto risultati peggiori rispetto alle attese. A preoccupare gli analisti della banca giapponese è soprattutto lo sbilanciamento della coalizione di centrodestra a favore della Lega, che stacca di 4 punti percentuali Forza Italia. Non solo. Aritmeticamente una coalizione apertamente antieuropea sarebbe possibile, sommando M5S, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Considerando l’esito delle urne, per Nomura lo scenario più probabile sono però nuove elezioni, mentre una "grande coalizione" tra centrodestra e centrosinistra a questo punto appare meno probabile, essendo la Lega Nord il principale partito del centrodestra, così come Nomura ritiene improbabile che Salvini scelga di fare da spalla a un governo guidato dai pentastellati.



I mercati comunque avvertono: occorre trovare una coalizione in grado di governare altrimenti l’incertezza metterà un freno agli investimenti domestici e scoraggierà gli investitori esteri. La reazione per ora è stata composta, con una leggera debolezza e aumentata volatilità. Secondo gli analisti di Borsa, uno scostamento del 1-2% rientra nella normalità, visto il nuovo scenario e l’incertezza relativa. Il mercato azionario ha limitato le perdite, muovendosi in una fascia ben delimitata tutta la giornata tra -0,5% e -1,5%. La chiusura è poi ancora migliore di qualunque aspettativa (-0.4% sul FTSE MIB rispetto all’Eurozona che ha guadagnato l’1%), segno che le tensioni speculative sono rientrate in giornata. Ma è presto per festeggiare. Per Vincent Reinhart, chief economist di Standish (parte di BNY Mellon), i leader politici italiani "non dovrebbero erroneamente interpretare un eventuale rialzo dei mercati finanziari, dovuto al sollievo che la situazione non sia peggiore di quel che è, come un’approvazione della situazione attuale" anche se, nonostante la retorica della campagna elettorale, "l'elezione mostra che gli italiani riconoscono ancora il significativo beneficio netto del restare nell'area euro". Reinhart sottolinea che "il nuovo governo dovrà temperare le aspettative pubbliche in termini di tagli alle tasse e misure di sostegno, perché tutti i partiti in fase elettorale avevano effettuato promesse sproporzionate, che avrebbero peggiorato ulteriormente una posizione fiscale già problematica".

Nonostante il risultato delle elezioni italiane appaia piuttosto confuso e a favore dei partiti euroscettici, la maggior parte dei gestori non crede però che siano aumentate le probabilità di un'uscita dell'Italia dall'Eurozona. "Nel breve termine ci aspettiamo che ci sia volatilità, non solo in Italia, ma anche in Europa, almeno fintanto che il nuovo governo non sarà formato e non annuncerà il proprio programma economico e fiscale. Questo sarà fondamentale per comprendere il posizionamento verso l’euro e il tipo di interventi previsti in termini di sistema pensionistico, stimoli fiscali e riduzione del debito" spiega Diego Franzin, head of equities di Amundi.

Anche la reazione dei mercati obbligazionari, per ora, è stata abbastanza contenuta. Dalle elezioni italiane non è emerso alcun chiaro vincitore ma, come spiega David Zahn, head of European Fixed Income di Franklin Templeton, per l’Italia "questa è una situazione normale". Zahn prevede una reazione moderata dei mercati obbligazionari europei, ma avverte che "se le autorità non prendessero seriamente l’esigenza di riforme, in futuro potrebbero esserci delle conseguenze". Un risultato davvero negativo per i mercati, invece, sarebbe una coalizione che comprenda sia la Lega sia i Cinque Stelle. "Un simile scenario peggiorerebbe probabilmente le relazioni con la Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda gli obiettivi di bilancio. Ma siamo lontani dall’idea che l’Italia possa abbandonare l'euro: entrambi i partiti anti-establishment hanno attenuato il loro scetticismo verso l’euro negli ultimi mesi e i sondaggi continuano a mostrare una maggioranza popolare a favore dell'adesione alla moneta unica. Gli ostacoli costituzionali a un referendum in stile Brexit in Italia sono comunque notevoli" aggiunge Adrian Hilton, responsabile tassi e valute di Columbia Threadneedle Investments. 



Non così ottimista è invece l’analisi di Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca di SPDR ETFs (SSgA) per l’area EMEA: "Nonostante il recente calo del sentiment anti-euro all’interno dei discorsi del Movimento, il risultato di oggi rappresenta una battuta d’arresto al forte consenso che la moneta unica stava raccogliendo nell’ultimo periodo. Potrebbe essere comunque troppo presto prima che questo si traduca in una vera e propria crisi dell’Eurozona e il mercato dovrà analizzare l’impatto delle elezioni sulle riforme vere e proprie. Ma la voce ormai si è sparsa e lo spread dei Btp potrebbe ampliarsi rispetto ai livelli attuali, mentre la forza dell’euro potrebbe subire una battuta d’arresto fino a quando non si avrà maggiore chiarezza".

Sulla stessa linea è Carlo Gentili, a.d. di Nextam Partners: “La cosa più sconcertante - dice - è che abbiamo un parlamento a maggioranza antieuropeista e questo è il dato più preoccupante per i mercati. Credo che sia qualcosa che pesa e che peserà tanto nei prossimi mesi dal punto di vista dei mercati. Vi è inoltre da rilevare come si siano dissolte le leadership politiche degli ex grandi partiti e quindi anche il loro potere di interdizione e contrasto si è molto ridotto”. 

Quanto all'azionario, Dennis Montagna, gestore del Credit Suisse Italian Equity Fund, ricorda che a contare sono ancora i dati: "Continuano a essere altamente positivi e in accelerazione fornendo ottimi supporti ai corsi azionari" dice. Il gestore, tuttavia, suggerisce al momento cautela, approfittando eventualmente di importanti ritracciamenti considerato lo scenario macro e micro ancora favorevole. "Eviteremmo il comparto bancario al momento - spiega - in quanto maggiormente esposto al ciclo domestico e con una sensitività al mercato superiore alla media, mentre si vorrebbe approfittare di alcuni nomi mid/small caps che recentemente hanno ritracciato in modo consistente, offrendo interessanti entry point, in particolare il settore lusso, farmaceutico e dei consumi non ciclici. Prudenza invece sugli industriali, non tanto per via delle elezioni politiche, quanto per le novità della guerra commerciale che gli Stati Uniti hanno in programma, visti i dazi promessi dal loro presidente".

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