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9/17/2018
Dieci anni sono tanti, soprattutto se si parla di espansione economica come nel caso degli Stati Uniti.
Gli investitori non nascondono i propri timori circa la possibilità dell'interruzione del ciclo espansivo.
I dati però, sia macro che corporate, continuano a far ben sperare, nonostante i tassi di interesse abbiano iniziato il loro rialzo (atteso, per altro).
Secondo Julian Cook, portfolio specialist - US equities, T. Rowe Price: "Interessante notare che a livello macro abbiamo visto un cambiamento nel modello della crescita globale nel 2018. La crescita economica nel resto del mondo sembra aver raggiunto il picco a inizio 2018, rallentando da li in poi. Al contrario, il ritmo e la forza della crescita Usa sono stati lampanti, con un’economia che è cresciuta di un ulteriore 2,8% y/y nel secondo trimestre 2018. Intanto, i dati di breve termine indicano che il momentum della crescita dovrebbe continuare nel 2019. La fiducia dei consumatori e delle aziende resta ottimistica, insieme a un mercato del lavoro in ottima forma: il tasso di disoccupazione è a livelli minimi e per la prima volta ci sono più posizioni aperte che disoccupati. I salari stanno migliorando, il che dovrebbe aiutare a sostenere una solida spesa dei consumatori".
A livello societario dicevamo prima, nonostante le preoccupazioni legate alle tensioni commerciali, le società statunitensi continuano a registrare ottimi risultati, gran parte dei quali rispecchiano o superano le aspettative. "Mentre la crescita degli utili Usa ha raggiunto probabilmente il picco nella prima metà del 2018, registrando uno stellare 23-24%, l’attuale consenso per il terzo e per il quarto trimestre prevede un’ulteriore crescita rispettivamente del 22% e del 19%. Guardando al 2019, le aspettative prevedono una crescita degli utili più moderata, attorno al 10%, ma comunque superiore alla media di lungo termine del 7%" prosegue l'esperto.
Figura 1: la crescita degli utili societari anno su anno dell’indice S&P 500
Dati al 31 luglio 2018
Se guardiamo al settore tecnologico, afferma Cook: "Microsoft e Alphabet hanno addirittura visto una lieve ri-accelerazione delle entrate e dei profitti, che si è poi puntualmente riflessa nei prezzi delle azioni. In questo contesto Facebook ha rappresentato una chiara eccezione, registrando una perdita attorno al 20%, dopo che recentemente la società ha ridotto le sue aspettative sulla crescita delle entrate. Sebbene tale declino sia stato importante e di risalto per i media, le aspettative su Facebook prevedono ancora un tasso di crescita degli utili superiore al 20%, il che è notevole per un’azienda di tali dimensioni".
Il rischio più grande che si vede all'orizzonte potrebbe essere quello di una inflazione superiore alle aspettative e di contro la risposta della Fed. In questo caso. "Se la Banca Centrale dovesse alzare i tassi troppo velocemente, portando a un appiattimento della curva dei rendimenti, ciò potrebbe avere un impatto negativo sull’azionario, dato che i freni monetari potrebbero essere applicati in maniera troppo forzata, portando potenzialmente l’economia Usa verso una recessione".
La conclusione di Cook è che: "La crescita economica è solida, gli utili societari continuano a sorprendere in positivo e le valutazioni, sebbene sopra la media, non sono a livelli estremi. Sulla base di ciò, la nostra visione sul mercato azionario statunitense, e la direzione generale che seguirà, sostanzialmente invariata".
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